Il procuratore: avrebbe ucciso ancora oggi stesso». Colpiti la scuola «vendicare i bimbi palestinesi. È solo l’inizio». Esplosivo a casa del fratello. Sarkozy: «Lo voglio vivo»
TOLOSA – E’ ancora asserragliato in casa, circondato dalla polizia, Mohammed Merah, il 24enne francese di origini algerine sospettato degli omicidi di tre soldati francesi a Tolosa e Montauban e della strage di lunedì davanti al liceo ebraico del capoluogo della Garonna. Una presunta operazione per arrivare il suo arresto annunciata dalla radio Bfm non è infatti mai stata effettuata. Fin dalla notte era stato lanciato un raid per catturare Merah, ed erano stati coinvolti circa 300 elementi tra poliziotti e forze speciali. L’operazione è scattata intorno alle 3 del mattino e l’uomo si era da quel momento asserragliato in un appartamento al piano terra del numero 17 di via Sergent Vigné, nel quartiere Cote Pavée. Qualche ora dopo si è registrato uno scontro a fuoco in cui tre poliziotti sono rimasti feriti in maniera non grave. Un cordone di sicurezza è stato fissato a circa 150 metri dal teatro delle operazioni e il gas è stato tagliato in tutta la zona. Il presunto killer aveva annunciato la sua volontà di arrendersi verso le 14.30, ma così non è stato. Il presunto killer di Tolosa voleva uccidere questa mattina un militare e prevedeva nei prossimi giorni di eliminare due agenti di polizia: ha riferito successivamente il procuratore della Repubblica di Parigi, Fran‡ois Molins, durante una conferenza stampa. Il sospetto killer del sudovest della Francia «voleva mettere la Repubblica in ginocchio, ma la Repubblica «non ha ceduto» ha dichiarato invece il presidente francese Nicolas Sarkozy a Montauban, durante un omaggio ai soldati uccisi dal killer.
MOHAMMED MERAH – Il presunto killer è un 24enne con legami con Al Qaeda che in epoca recente si è recato nella regione al confine tra Pakistan e Afghanistan, zona appunto densa di campi jihadisti, dove si sarebbe avvicinato al terrorismo. Tra l’altro l’uomo era evaso alcuni anni fa dalla prigione di Kandahar dove doveva scontare una condanna a 3 anni per una serie di attentati. Il giovane era sotto osservazione della Direzione centrale delle Informazioni interne (Dcri) da dopo gli attacchi ai tre militari (l’11 marzo e lo scorso giovedì), ma veniva anche seguito da anni dall’antiterrorismo, secondo il ministero dell’Interno. Nel 2010 aveva tentato di entrare sia nella Legione Straniera sia nell’esercito, ma era stato scartato per i suoi precedenti penali da piccolo criminale. Il presidente francese Nicolas Sarkozy aveva espressamente chiesto di «prendere vivo» l’uomo, aggiungendo che il «terrorismo» non riuscirà a «fratturare la comunità nazionale». Successivamente, recatosi a Tolosa per partecipare ai funerali degli ultimi due soldati uccisi, Sarkozy si è recato anche nei pressi della zona delle operazioni. «Siamo certi che l’uomo barricato sia l’autore delle stragi di Montauban e Tolosa», aveva assicurato il ministro dell’Interno Claude Guéant a un’emittente locale.
LA SCREMATURA – Il ministro della Difesa Gérard Longuet ha invece spiegato ai giornalisti che dopo l’attentato di Montauban in cui sono stati uccisi due soldati e un terzo è rimasto gravemente ferito, le forze dell’ordine hanno esaminato quasi 20.000 dossier: «La prima idea è stata quella di una possibile vendetta o un possibile rancore verso l’esercito. Poi sono state allo stesso modo passate al setaccio anche le informazioni legate alla jihad. L’incrocio di questi dati unito allo studio delle conversazioni via internet con la prima vittima ci ha permesso di avvicinarci all’identificazione. Guéant ha però precisato che l’identificazione «è arrivata solo lunedì pomeriggio», quindi dopo la strage alla scuola ebraica.
ESPLOSIONE – L’auto di Merah è stata messa in sicurezza con un’esplosione controllata verso le 9: era piena di armi. In casa l’uomo era sicuramente in possesso di un revolver calibro 11.43 (misura europea, noto anche come .45 secondo gli standard americani), barattato con un telefonino fornito dalla polizia, di un kalashnikov da assalto, di un mitragliatore israeliano uzi e probabilmente di numerose altre armi.
ESPLOSIVO A CASA DEL FRATELLO – Un fratello del sospetto, a sua volta ritenuto affiliato ad associazioni islamiste, è stato interrogato ed è in stato d’arresto. Secondo quanto riporta Europe1, nel suo appartamento sarebbe stata trovata polvere esplosiva. Insieme a lui sono sotto custodia «a scopo cautelare» la madre e la fidanzata, oltre a due sorelle. Perquisizioni sono ancora in corso in altre abitazioni, la polizia non precisa se a Tolosa o in altre città. Un altro fratello di Merah si è presentato spontaneamente alla polizia.
«PER I BIMBI PALESTINESI» – Lappartamento dell’uomo si trova a meno di 3 km dal liceo ebraico dove lunedì mattina sono stati uccisi a sangue freddo un rabbino di 30 anni, Jonathan Sandler, e tre bambini di 4, 5 e 7 anni, ferendo anche gravemente un 17enne. Merah rivendica questo l’attacco al liceo sostenendo di aver agito perché voleva «vendicare i bambini palestinesi». A caso, invece, sono stati scelti i quattro soldati colpiti – uno è ancora ricoverato in ospedale – e solo per coincidenza sono tutti di origine straniera.
«È SOLO L’INIZIO» – Il sospetto avrebbe telefonato poco prima del raid a France 24 annunciando che le stragi nel Sudovest francese «sono solo l’inizio», che è contro «la legge sul velo», entrata in vigore lo scorso aprile e che ha aggiunto: «I giudei hanno ammazzato i nostri fratelli e le nostre sorelle in Palestina». L’uomo, all’apparenza molto calmo, ha anche spiegato di aver «filmato tutti i delitti, i video saranno presto messi online».
I VICINI – L’operazione è particolarmente delicata perché nel palazzo dove risiede il sospetto vivono alcune famiglie, che sono al momento consegnate all’interno dell’abitazione. Un inquilino, raggiunto al telefono da Rtl, ha commentato: «È iniziato tutto verso le tre del mattino. Siamo chiusi in casa, sentiamo gli spari, la polizia ha circondato il palazzo. È una situazione sempre più tesa, fa impressione». Verso le 11 è scattata l’evacuazione con l’aiuto dei pompieri, ed è stata completata con l’aiuto di alcuni pullman.
L’IMAM – Nonostante il sospetto omicida si dichiari anche mujaheddin, cioè patriota, combattente per la sua religione, il rettore della moschea di Parigi, Dalil Boubakeur, respinge ogni connessione tra i tre attentati di Tolosa e l’Islam: «Non c’è compatibilità tra la religione musulmana, al 99,9% pacifica, urbana, responsabile, non violenta e completamente integrata nel nostro paese, e queste minime, piccole, frange di persone decise a causare dolori atroci».
IL LEADER PALESTINESE – Intanto il premier dell’Anp Salam Fayyad, parlando a proposito della strage alla scuola ebraica di Tolosa, ha chiesto di «smettere di sfruttare il nome della Palestina per giustificare azioni terroristiche». Lo riferisce Al Arabiya. Le autorità palestinesi in Francia hanno condannato l’attentato «con la più grande fermezza».