Non aver fatto niente per la crescita sta creando situazione insopportabile». Il segretario Cgil: ««Ma grazie alla nostra mobilitazione si è riconquistato il reintegro. Faremo lo sciopero generale»
ROMA – Lavoro crescita e licenziamenti. E l’annuncio che in molti si aspettavano: «Continuiamo a lavorare per preparare lo sciopero generale, che faremo». Questi i temi affrontati dal segretario della Cgil nel comizio a seguito del corteo per lo sciopero di 4 ore proclamato dalla Cgil Roma e Lazio. «Non aver fatto interventi equi e interventi in favore della crescita sta determinando una situazione sociale insopportabile nel nostro Paese» ha esordito la Camusso. «Questo governo ha fatto alcune cose importanti – ha riconosciuto successivamente la Camusso – a partire dall’aver messo nei binari giusti la lotta all’evasione, anche se si può fare di più e penso che ci sia bisogno anche di una legge sulla corruzione; perchè altrimenti non si interrompe il circuito ed il sommerso continua a non emergere». Mentre, aggiunge il segretario generale della Cgil, «penso che sul piano della crescita, la vera esigenza del Paese, sta facendo l’opposto di quello che servirebbe». Camusso rileva, inoltre, che delle tre parole scandite sin dalla sua nascita dal governo Monti, oltre alla crescita, rigore ed equità, ad oggi ci sia «un rigore non equo e mal distribuito».
LAVORO – La leader Cgil si è poi soffermata sulla riforma del lavoro spiegando che sull’articolo 18 «la partita è tuttora aperta, sia dal punto di vista della linearità del testo ma soprattutto per le richieste che il sistema imprese continua ad avanzare». Il segretario generale della Cgil, riferendosi alla riforma del lavoro, ha parlato di un’operazione da parte del governo non condivisa dal sindacato. Per la Camusso, tuttavia, «grazie alla mobilitazione che abbiamo fatto si è riconquistato il reintegro, c’è stato un risultato figlio delle lotte dei lavoratori e della nostra mobilitazione, ma la partita è tuttora aperta».
«Continuiamo una mobilitazione che andrà avanti per tutto il percorso della discussione in Parlamento» del disegno di legge sulla riforma del mercato del lavoro «perchè – sostiene ancora Camusso – la nostra opinione è che siano stati mancati gli obiettivi che lo stesso governo aveva inizialmente dichiarato, che erano quelli della riduzione della precarietà e della universalità degli ammortizzatori sociali». Il leader della Cgil ribadisce inoltre la convinzione che «di per sè la riforma non creerà neanche un posto di lavoro. Allo stesso tempo – insiste – c’è bisogno di intervenire nei confronti della precarietà, che non ha portato condizioni migliori nel nostro Paese,ma le ha peggiorate».
L’ATTACCO – Il segretario della Cgil poi replica al sindaco di Roma Gianni Alemanno che si era lamentato per le troppe manifestazioni nella Capitale: «Non deve insultare chi manifesta e mettere divieti, perchè un Paese democratico che vieta le manifestazioni si mette su una brutta china. Se vuole essere il sindaco della capitale si prenda oneri ed onori».
LA REPLICA DI ALEMANNO – L’idea di tenere un corteo «è arcaica e influenzata da pregiudizi ideologici, come spesso arcaiche sono le posizioni ideologiche che la Cgil esprime nella conflittualità sociale» ha replicato poco dopo Alemanno ribadendo che la protesta a Roma poteva limitarsi a un sit-in. «Vorrei ricordare al segretario Camusso che l’idea di tenere l’Italia inchiodata agli schemi ideologici del Novecento è uno dei fattori che impediscono lo sviluppo del nostro Paese», ha aggiunto il sindaco premettendo che «al segretario della Cgil Susanna Camusso rispondo che non ho alcuna volontà di entrare in conflitto con una delle più importanti confederazioni sindacali del nostro Paese, ma come sindaco ho il dovere di difendere i cittadini romani dagli effetti di una esasperata e spesso pretestuosa conflittualità».