A organizzare l’operazione sarebbe stato Hasan Al Asiri, l’artificiere principe del gruppo. Al Qaeda avrebbe tentato di far salire a bordo un kamikaze imbottito di esplosivo. L’operazione di intelligence della Cia
WASHINGTON (USA) – È stata un’operazione della Cia, in collaborazione con 007 alleati, a sventare il nuovo presunto piano contro un jet passeggeri americano. Per un mese gli agenti hanno seguito le mosse dei possibili cospiratori basati nello Yemen e legati ad Al Qaeda nella Penisola arabica. Poi, pochi giorni fa, sono riusciti a intercettare in un paese del Medio Oriente – secondo una versione – un ordigno. Si trattava di una nuova versione delle mutande-bombe con un detonatore sofisticato.
IL PIANO TERRORISTICO – In base al piano dei terroristi, un kamikaze avrebbe dovuto indossare l’indumento – in grado di sfuggire ai moderni sistemi di controllo -, salire in aereo Usa e farsi saltare. La scelta del bersaglio – compagnia, tempi, rotta – era lasciata al mujahed incaricato della missione. Fonti americane sostengono che il progetto ricorda molto da vicino il fallito attentato al jet Northwest nel 2009 e all’attacco con le cartucce del computer riempite d’esplosivo. Solo che rispetto a questi casi, gli artificieri hanno cercato di superare i problemi tecnici emersi in passato. E in particolare quello del detonatore. A ideare l’attentato la fazione qaedista che agisce nello Yemen e che ha tra i suoi seguaci uomini capaci di maneggiare gli esplosivi. Tra loro Hasan Ibrahim Al Asiri, che aveva ideato le mutande bomba e prima ancora un mini-ordigno con il quale suo fratello aveva cercato di assassinare un dirigente saudita. In quell’occasione si disse che il kamikaze avesse celato la bomba nelle parti intime o (stando alle autorità locali) nel retto.
L’INTERVENTO IN TEMPO – La Cia, forse allertata dai sauditi o dagli yemeniti, è riuscita a intervenire in tempo. Ieri è stato precisato che l’operazione era ancora in una fase iniziale e che il kamikaze doveva ancora scegliere il target. In nessun momento – ha detto la Casa Bianca, informata da aprile – c’è stato pericolo per i cittadini americani. L’azione – secondo l’Ap che per prima ha rivelato la storia – doveva essere condotta nell’anniversario della morte di Bin Laden, circostanza però negata dall’amministrazione Usa. Infine vi sarebbe un legame con l’uccisione, avvenuta domenica, di Fahd Al Quso, pezzo grosso di Al Qaeda eliminato da un raid di droni americani proprio nello Yemen. E’ possibile che il terrorista, ricercato dal 2007, fosse a conoscenza del progetto e lo avesse magari ispirato insieme ad altri dirigenti del movimento. La Cia prima ha scoperto la minaccia del kamikaze e in seguito è arrivata ad Al Quso? Forse. Quel che è certo è il ruolo dei qaedisti yemeniti e sauditi. Pur impegnati in guerra sanguinosa contro il governo locale, provano con una certa cadenza a colpire il nemico lontano. E come segnalava la rete “Abc” non è da escludere che altri kamikaze siano pronti con le loro bombe invisibili.