FIAT – a margine della presentazione, a Torino, della 500L. L’ad: «Bisogna indirizzare la produzione italiana in Usa. A Pomigliano? Nessuna discriminazione»
«Se le attuali capacità di assorbimento in Europa resteranno uguali nei prossimi 24-36 mesi, c’e uno stabilimento di troppo in Italia. Se riusciamo a indirizzare la capacità produttiva verso l’America, questo problema scompare: ma abbiamo bisogno di tranquillità per produrre in Italia». Lo ha detto l’ad della Fiat, Sergio Marchionne, a margine della presentazione, a Torino, della 500L.
TRANQUILLITA’ – Per spiegare che cosa intenda per «tranquillità», Marchionne ha indicato come esempio l’accordo tra Gm e sindacati pe lo stabilimento Vauxhall in Gran Bretagna, che prevede 51 settimane lavorative, 3 turni produttivi, oltre al sabato obbligatorio se necessario. «Quello è lo standard» ha precisato Marchionne. «È un problema di condivisione di obiettivi – ha detto Marchionne – che per noi sono molto chiari». Queste dichiarazioni non mancheranno di suscitare polemica anche perché giungono a due giorni dalle parole dell’amministratore delegato di Iveco (gruppo Fiat), Alfredo Altavilla, che ha annunciato la chiusura di ben 5 stabilimenti in Europa, lasciando così a casa 1.075 lavoratori. Evidentemente tutto questo è l’effetto del crollo del mercato automobilistico che si registra in Europa ma anche nel Belpaese. A giugno infatti, in Italia, si è registrato un -24,4% delle immatricolazioni (con la Fiat a -23,3%) che, secondo le previsioni, a fine anno farà scendere il mercato ai livelli del 1979.
INVESTIMENTI – Poi Marchionne ha cercato di dare anche delle rassicurazioni: «Continueremo a confermare gli investimenti in Italia a seconda dell’andamento del mercato, che non è mai stato così basso. Se avremo qualche cosa da dire su Mirafiori la diremo, per ora continuiamo a confermare». Marchionne rispondendo a chi gli chiedeva dell’accordo con Sberbank: «Ci stiamo lavorando: speriamo di formalizzare l’accordo entro fine anno». «È un problema tecnico – ha aggiunto Marchionne – più che di sostanza».
LA 500L IN SERBIA – A chi gli chiedeva se la scelta di produrre la 500L in Serbia fosse stata vantaggiosa l’ad ha risposto: «Fare la 500L in Serbia invece che a Mirafiori non ha determinato un grande risparmio, ci sono stati costi alti sulla struttura. Ma il costo della manodopera lì è inferiore, c’era il prestito della Bei e gli incentivi fiscali del Governo. Per questi motivi valeva la pena di farla lì, dal punto di vista economico».
A POMIGLIANO – Marchionne ha poi annunciato che la Fiat depositerà mercoledì il ricorso contro la sentenza del tribunale di Roma che ha condannato il Lingotto ad assumere 145 dipendenti dello stabilimento di Pomigliano iscritti alla Fiom, sottolineando: «Non c’è stata discriminazione, nel 2010 sono stati assunti 20 dipendenti che erano iscritti alla Fiom». A chi gli domandava, quindi, con quale criterio sono stati assunti gli attuali addetti, Marchionne ha aggiunto: «Abbiamo assunto i migliori per il lavoro che dovevano fare», e ha ribadito che «se saremo costretti ad assumere le 145 persone (come disposto dal tribunale di Roma, ndr) altre 145 persone saranno costrette a uscire dal sistema».
CHRYSLER – Nel giorno in cui Fiat esercita l’opzione di acquisto da Veba (fondo pensione americano, ndr), su una quota del 3,3% di Chrysler e sale al 61,8% del capitale del gruppo Usa, Marchionne ha confermato che il Lingotto acquisterà il 100% della quota Chrysler ancora detenuta dal fondo Veba «al momento giusto, quando si creeranno le condizioni». Sergio Marchionne ha spiegato ai giornalisti: «Il 2016 probabilmente è un po’ tardi», ha aggiunto sulla possibilità che si arrivi alla data ultima fissata dall’accordo con Veba.