LA CASSAZIONE SULLA DIAZ. Prescritto il reato di lesioni gravi per nove agenti del nucleo speciale della Mobile
LE REAZIONI – Per l’ex portavoce del Genoa Social Forum del 2001 Vittorio Agnoletto, intervistato da SkyTg24 «la magistratura ha compiuto il suo dovere. Però c’è una responsabilità enorme della politica che man mano che venivano condannati sono stati promossi via via a responsabilità maggiori. Il risultato è che ora molti devono lasciare perché non degni dei ruoli che ricoprono». «C’è anche – ha aggiunto Agnoletto – la responsabilità del centrosinistra che non ha mai voluto la commissione di inchiesta ma anzi ci sono nel centrosinistra diversi esponenti che si sono spesi per la promozione di chi era coinvolto nelle violenze della Diaz». «Una notizia positiva. Succede di rado, ma quando accade bisogna accoglierla con soddisfazione. Vuol dire che in questo Paese c’è ancora un barlume di giustizia» ha commentato Giuliano Giuliani, padre di Carlo, il giovane morto nel luglio 2001 durante gli scontri al G8. «Ora -ha aggiunto- speriamo che ci siano altre pagine di questo genere. Cercheremo in tutti i modi di ottenere verità e giustizia anche sull’assassinio di Carlo». «La nube tossica che per 11 anni ha coperto la mattanza alla Diaz si è dissolta» ha commentato Nichi Vendola presidente di Sinistra Ecologia Libertà. «La Cassazione ci dice, con sentenza definitiva,- prosegue il leader di Sel- che a Genova nel luglio 2001 i tutori della legge si trasformarono in carnefici di ragazzini. Per me, lo dico con viva emozione, è un raggio di verità e giustizia che illumina una pagina buia della storia italiana».
AMNESTY INTERNATIONAL – Per Amnesty International si tratta di «una sentenza importante, che finalmente e definitivamente, anche se molto tardi, riconosce che agenti e funzionari dello stato si resero colpevoli di gravi violazioni dei diritti umani di persone che avrebbero dovuto proteggere». Tuttavia, per Amnesty «i fallimenti e le omissioni dello stato nel rendere pienamente giustizia alle vittime delle violenze del G8 di Genova sono di tale entità che queste condanne lasciano comunque l’amaro in bocca: arrivano tardi, con pene che non riflettono la gravità dei crimini accertati, e che in buona parte non verranno eseguite a causa della prescrizione, e a seguito di attività investigative difficili ed ostacolate da agenti e dirigenti di polizia che avrebbero dovuto sentire il dovere di contribuire all’accertamento di fatti tanto gravi. Soprattutto, queste condanne coinvolgono un numero molto piccolo di coloro che parteciparono alle violenze ed alle attività criminali volte a nascondere i reati compiuti».
L’ITER GIUDIZIARIO– In primo grado, il 13 novembre del 2008, 13 imputati erano stati condannati complessivamente a 35 anni e 7 mesi di reclusione e altri 16, tra cui i vertici della catena di comando, erano stati assolti. Il 18 maggio del 2010 la terza sezione della Corte d’Appello di Genova ha sostanzialmente ribaltato la sentenza, condannando 25 imputati su 28, compresi tutti i vertici della polizia che erano stati assolti nel precedente giudizio, ad una pena complessiva di oltre 98 anni e 3 mesi di reclusione. L’ex comandante del primo reparto mobile di Roma, Vincenzo Canterini, era stato condannato a 5 anni, il capo del dipartimento centrale anticrimine, Francesco Gratteri e l’ex vicedirettore dell’Ucigos, Giovanni Luperi, a 4 anni, l’ex dirigente della Digos di Genova, Spartaco Mortola e l’ex vicecapo del Servizio centrale operativo, Gilberto Caldarozzi, a 3 anni e 8 mesi, con la pena accessoria dell’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. Per Gianni De Gennaro, ex capo della polizia, e oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, è stato fatto un processo parallelo. De Gennaro, assolto in primo grado, ma condannato in appello a un anno e 4 mesi, viene prosciolto definitivamente da ogni accusa dalla Cassazione, che, nel novembre 2011, annulla la sentenza d’appello «perchè il fatto non sussiste».
IL BLITZ ALLA DIAZ– Il blitz alla scuola Diaz, dove il Comune di Genova aveva alloggiato gli attivisti del Genoa Social forum giunti nel capoluogo ligure per le manifestazioni contro il G8 del 2001, avviene nella serata del 21 luglio. Il giorno dopo la morte di Carlo Giuliani. Quasi 400 agenti di polizia fanno irruzione nel complesso scolastico, molti vengono picchiati, le loro facce insanguinate vengono ritratte in foto e filmati e fanno il giro del mondo.