SPREAD, TORNA AD AUMENTARE IL DIFFERENZIALE TRA BTP E BUND. MUTUI, -47% LE EROGAZIONI PER L’ACQUISTO DI CASE NEL PRIMO TRIMESTRE 2012. La riunione dell’Eurogruppo, seduta in calo per i mercati asiatici. Borse europee nervose in vista del vertice. L’analisi di Assofin, Crif e Prometeia: -11% il credito al consumo, tornerà a crescere solo a partire dal 2014
Sfonda quota 480 punti base lo spread tra Btp e Bund. Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi dopo un avvio intorno a quota 470 punti base, si è ampliato e attualmente si attesta a 487 punti base. In rialzo, al 6,18%, il rendimento sulla scadenza decennale italiana.
LE BORSE – Avvio all’insegna del nervosismo anche per le Borse europee. Dopo la frenate delle Borse asiatiche (Tokyo ha chiuso in rosso a -1,37%, Shangai ha perso l’1,86% e pesante anche Hong Kong -1,71%) Milano, che ha avviato le contrattazioni in ribasso di mezzo punto percentuale, sale dello 0,45%. Anche Parigi ha registrato lo stesso movimento e ora segna un progresso dello 0,15%. Francoforte, invece, oscilla sulla parità.
L’EUROZONA – C’è attesa per l’Eurogruppo di oggi pomeriggio: la riunione dei ministri delle Finanze prevista a Bruxelles doveva essere risolutiva per molte questioni lasciate aperte dagli accordi sottoscritti il 29 giugno dai leader dell’Eurorozona. E invece è dato ormai quasi per scontato che i rappresentanti dei 17 Paesi potranno solo iniziare a discutere i dettagli e le modalità di applicazione dei nuovi meccanismi anti-crisi, e che sarà necessaria una nuova riunione straordinaria prima della pausa estiva: probabilmente il 20 Luglio.
EUROGRUPPO – All’incontro, che inizierà alle 17, parteciperà per l’Italia il presidente del Consiglio Mario Monti, nella sua qualità di ministro dell’Economia. Ma, a partire dalle 14.30, ci sarà, sempre a Bruxelles, anche un’audizione del presidente della Bce Mario Draghi in commissione Affari economici del Parlamento europeo. Draghi dovrebbe poi raggiungere i ministri dell’Eurozona. L’incertezza maggiore che pesa sull’Eurogruppo è il divario temporale fra la necessità immediata di ricapitalizzare le banche spagnole e i tempi tecnici necessari per l’entrata in vigore dell’accordo di Bruxelles. E non solo perché l’Esm, il Fondo salva-Stati permanente, non è ancora entrato in vigore a causa del ritardo delle ratifiche nazionali. Manca ancora, soprattutto, la proposta della Commissione europea per l’accentramento nelle mani della Bce della vigilanza bancaria di tutta l’Eurozona. E, secondo la condizione imposta dalla Germania nell’accordo, la ricapitalizzazione diretta delle banche potrà scattare (con una decisione unanime dei ministri dell’Eurogruppo) solo dopo l’entrata un vigore del nuovo sistema europeo di vigilanza creditizia, probabilmente a metà 2013.
LO SCUDO – Nonostante le incertezze della Finlandia, è difficile pensare che un solo Paese possa rimangiarsi un accordo sottoscritto dal proprio capo di governo. Restano invece molti dettagli da precisare rispetto allo scudo anti-spread. In particolare andranno definiti i parametri in base ai quali si considererà che lo spread è eccessivo. Probabilmente non si tratterà di una semplice soglia massima, né vi sarà una sorta di margine di oscillazione con interventi automatici dei Fondi salva-Stati. Quello che sembra abbastanza chiaro è che l’eventuale richiesta di intervento anti-spread da parte di un Paese all’Eurogruppo non farà scattare condizioni aggiuntive rispetto alle raccomandazioni macroeconomiche già adottate dalla Commissione e dal Consiglio Ue per quello Stato membro, ma comporterà solo che sia precisato il loro calendario d’attuazione.
Se prima era solo una sensazione, ora la conferma arriva dai numeri: nel primo trimestre 2012, le erogazioni dei mutui immobiliari per l’acquisto di nuove abitazioni sono crollate del 47%. Così secondo la trentaduesima edizione dell’Osservatorio sul credito al dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia. Un’analisi che registra una decisa flessione del credito alle famiglie, e non solo per l’acquisto di case.
I FINANZIAMENTI – Succede la stessa cosa anche per altri settori come l’arredamento, l’elettronica, gli elettrodomestici, per cui i finanziamenti sono diminuiti sia nel 2011 (-5,8%) che nel primo trimestre 2012 (-11%). «In un contesto caratterizzato dalla perdurante incertezza derivante dalla crisi economica e finanziaria ancora irrisolta e da un clima di fiducia che resta su valori minimi – si legge nel rapporto dell’Osservatorio – le famiglie italiane hanno limitato i consumi e si sono dimostrate molto prudenti nell’accensione di nuovi finanziamenti. In particolare i consumi di beni durevoli, per l’acquisto dei quali più frequentemente si ricorre ad un finanziamento, hanno registrato una netta contrazione, mostrando una flessione in linea con quella rilevata per i flussi di credito al consumo».
I MUTUI – Per quanto riguarda i mutui, nel 2011 le erogazioni sono scese del 9,1% rispetto all’anno precedente. Calo che è diventato un vero e proprio crollo (-47%) nei primi tre mesi del 2012. A scoraggiare la richiesta di finanziamenti per la casa, l’aumento dei tassi di interesse applicati ai nuovi contratti, ma, ovviamente, anche l’irrigidimento dei criteri di concessione. Il calo più deciso è però riservato agli altri mutui (per ristrutturazione, liquidità, consolidamento del debito, surroga e sostituzione): dopo il -24,9% del 2011, nei primi tre mesi del 2012 sono scesi dell’80% rispetto allo stesso periodo del 2011. Un clima di incertezza che ha spinto le famiglie a scegliere soluzioni e formule che le tutelino contro eventuali futuri innalzamenti dei tassi: aumentano infatti le quote dei mutui a tasso misto e fisso (entrambe al 27% nei primi tre mesi del 2012), anche se circa il 50% delle erogazioni complessive (nel 2011 e il 46% nel primo trimestre 2012) risulta essere ancora stipulato a tasso variabile.
CREDITO – Più in generale, secondo il rapporto, nel corso del 2011 si è assistito a una conferma del trend negativo delle erogazioni del credito al consumo (-2,2%), un trend che è diventato più marcato nella seconda parte dell’anno e che si è consolidato nel corso del primo trimestre 2012 (-11% rispetto al 2011). Solo nel 2014, secondo l’Osservatorio Assofin, Crif e Prometeia, «con il lento riattivarsi della spesa delle famiglie, il credito al consumo dovrebbe tornare a crescere pur se a ritmi modesti (+1,4%)».