PROCURA DI ROMA. È accusato di accusa associazione a delinquere, finanziamento illecito ai partiti e appropriazione indebita. Arresto anche per il padre e altri 4. Carcere per il fratello
ROMA – Il vice presidente del consiglio comunale di Roma, Samuele Piccolo (Pdl), è finito venerdì mattina agli arresti domiciliari insieme con il padre Raffaele, mentre in carcere è finito il fratello Massimiliano. I reati ipotizzati nell’ambito dell’inchiesta, che coinvolge complessivamente sette persone, sono a seconda della posizione processuale, l’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, l’appropriazione indebita e illecito finanziamento dei partiti. Gli arresti sono stati eseguiti dal nucleo tributario della Guardia di Finanza comandati dal generale Viginio Pompone.
TUTTO PER LA FAMIGLIA – Gli ordini di custodia cautelare, su richiesta dei pubblici ministeri Paolo Ielo e Barbara Sargenti, sono stati firmati dal gip Filippo Steidl. Alle persone finite agli arresti il gip contesta d’aver creato, attraverso una serie di società riconducibili alla famiglia Piccolo, finti crediti Iva che poi venivano destinati all’attività politica di Samuele Piccolo. A capo dell’organizzazione sarebbe, secondo le conclusioni alle quali sono giunti i magistrati, Massimiliano Piccolo, fratello del consigliere comunale e il padre Raffaele.
SOSPESO DA PDL – E poco dopo la notizia dell’arresto Vincenzo Piso, deputato e coodinatore Pdl del Lazio, e Gianni Sammarco, deputato e coordinatore del Pdl di Roma fanno sapere che il consigliere Piccolo «è stato sospeso a scopo cautelativo dal Popolo della Libertà fino a che non sarà concluso l’iter giudiziario che lo riguarda». E il sindaco Alemanno, oltre ad esprimere «massima fiducia nella magistratura nella risoluzione rapida di una vicenda sicuramente molto, molto brutta», aggiunge: «Non posso che augurarmi che Samuele Piccolo possa chiarire rapidamente tutte le accuse che gli vengono mosse».
PERQUISITI UFFICI IN CAMPIDOGLIO – Venerdì mattina è stato perquisito l’ufficio del consigliere comunale dagli uomini del nucleo di polizia tributaria di Roma. La Guardia di Finanza Gdf avrebbe acquisito carte e documenti. Le verifiche sono partite anche sulla base di accertamenti che erano stati fatti dall’ufficio centrale antifrode dell’Agenzia delle entrate.