Il provvedimento del gip. I lavoratori vogliono occupare il ponte girevole. Il gip dispone i sigilli in sei reparti area a caldo. Incontro al ministero dell’ambiente per il risanamento della zona dell’acciaieria. Accordo tra governo, enti locali e gruppo Riva per 330 milioni di investimenti per la bonifica ambientale. La società ne mette 7,5
TARANTO – Il gip di Taranto Patrizia Todisco ha firmato il provvedimento di sequestro senza facoltà d’uso dell’intera area a caldo dello stabilimento siderurgico Ilva. I sigilli sono previsti per i parchi minerali, le cokerie, l’area agglomerazione, l’area altiforni, le acciaierie e la gestione materiali ferrosi. Sono 8 gli indagati, tra dirigenti ed ex dirigenti dell’Ilva, per i quali il gip Patrizia Todisco ha disposto gli arresti domiciliari. Cinque di questi erano già inquisiti e avevano nominato propri consulenti nell’ambito dell’incidente probatorio. I provvedimenti sono stati firmati ma non ancora notificati.
GLI ARRESTI – Riguardano il patron Emilio Riva, presidente dell’Ilva Spa fino al maggio 2010, il figlio Nicola Riva, che gli è succeduto nella carica e si è dimesso un paio di settimane fa, l’ex direttore dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso, il dirigente capo dell’area del reparto cokerie, Ivan Di Maggio, il responsabile dell’area agglomerato, Angelo Cavallo. La misura cautelare, però riguarderebbe anche altri tre dirigentiSale la tensione a Taranto per la vertenza Ilva. Voci sempre più insistenti di imminenti misure di sequestro degli impianti e di arresti dei vertici del siderurgico stanno spingendo gli operai, circa 8mila, a lasciare gli impianti e scendere in piazza per manifestare. Una colonna di tute blu si sta portando in questi minuti nella città di Taranto dove hanno intenzione di manifestare sotto la Prefettura.
LA SICUREZZA – Sono state individuate anche tre figure tecniche (due funzionari dell’Arpa Puglia e uno dei Dipartimenti di prevenzione dell’Asl di Bari) che dovranno sovrintendere alle operazioni e garantire il rispetto delle norme di sicurezza. Della gestione delle fasi che attengono al personale si occuperà un commercialista e revisore contabile.
LE PROTESTE – Sale la tensione a Taranto per la vertenza Ilva. Gli operai, circa 8mila sono scesi in piazza per manifestare. Una colonna di tute blu si sta portando nella città di Taranto dove hanno intenzione di manifestare sotto la Prefettura. Si temono disordini mentre le forze dell’ordine stanno controllando il flusso di manifestanti picchettando le sedi sensibili della città.
ROMA – Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini conferma che a Taranto «la magistratura sta procedendo al sequestro degli impianti» dell’Ilva «e ad altre misure cautelari». Il Governo – ha sottolineato Clini – vuole sostenere la continuazione delle attività produttive e chiederò che il riesame dei provvedimenti giudiziari avvenga entro giorni e non mesi, nel minor tempo possibile. Non possiamo sostenere il clima di tensione economica e sociale», ha avvertito il ministro, precisando che la situazione interessa «circa 15mila lavoratori».
IN MARCIA – Erano solo voci. Ma appena si è saputo che sarebbe stato chiuso il reparto a caldo e sarebbero scattate le manette per otto persone, oltre 5mila operai hanno lasciato il posto di lavoro e sono usciti dallo stabilimento. A Taranto, all’Ilva è mobilitazione generale. Gli operai hanno invaso le statali Appia e 106, verso il centro di Taranto. Obiettivo la Prefettura e probabilmente il ponte girevole con l’intenzione di bloccarlo.
EMISSIONI – Il provvedimento di cui si parla riguarderebbe il sequestro (senza facoltà d’uso) degli impianti dell’area a caldo: parchi minerari, cockeria, agglomerati, altoforni, acciaieria e gestione di rottami ferrosi. Secondo i magistrati le emissioni dell’impianto hanno messo a rischio la salute di migliaia di lavoratori e di abitanti delle zone circostanti.
BONIFICA – Il sequestro è avvenuto nello stesso giorno in cui, al ministero dell’Ambiente, durante una riunione sul risanamento della zona dell’acciaieria, è stato raggiunto un accordo tra governo, enti locali e gruppo Riva che prevede 330 milioni di investimenti per la bonifica ambientale, 7,5 dei quali provenienti dalla società, come riferisce una fonte. Decisioni che fanno seguito a una lunga inchiesta sull’ipotesi che la diossina e altri agenti chimici provenienti dall’acciaieria abbiano causato un incremento abnorme dei casi di cancro e di malattie cardiovascolari a Taranto. «Chiederò che il riesame del provvedimento (di sequestro) avvenga con la massima priorità ed urgenza», ha detto al termine dell’incontro il ministro dell’Ambiente Corrado Clini.
PRODUZIONE E SOSTENIBILITA’ – Ma i sindacati – Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm – hanno espresso «forte preoccupazione» per il futuro del sito industriale, che impiega circa 12.000 dipendenti, e chiedono di coniugare la produzione con la «sostenibilità ambientale». «Siamo con i lavoratori dell’Ilva» dice il segretario nazionale della Uilm, Mario Gini che aggiunge: «Siamo consapevoli che i suddetti provvedimenti potrebbe essere soggetti a riesame del Tribunale della Libertà ma è fondamentale che l’attività industriale in questione non subisca interruzioni. Ne risentirebbe non solo la situazione economica del territorio pugliese, ma l’intero sistema industriale del paese».