LA VERTENZA TARANTINA. Depositate motivazioni del provvedimento del 7 agosto. Per il risanamento toccherà ai custodi nominati dal gip.
TARANTO – Depositate dal tribunale del riesame le motivazioni in base alle quali il 7 agosto scorso ha confermato il sequestro degli impianti a caldo dell’Ilva. Il Riesame non ha concesso la facoltà d’uso, che peraltro – viene sottolineato – non era stata richiesta neppure dai legali del Siderurgico. Inoltre, dispone che non si continuino a perpetrare i reati contestati nel provvedimento cautelare.
I CONTENUTI – Secondo i giudici il «disastro» prodotto dall’Ilva è stato «determinato nel corso degli anni, sino ad oggi, attraverso una costante reiterata attività inquinante posta in essere con coscienza e volontà, per la deliberata scelta della proprietà e dei gruppi dirigenti». Questi «hanno continuato a produrre massicciamente nella inosservanza delle norme di sicurezza dettate dalla legge e di quelle prescritte, nello specifico dai provvedimenti autorizzativi». In un’altra parte del loro provvedimento i giudici del Riesame, sullo stesso tema, annotano: «Dalle varie parti dello stabilimento vengono generate emissioni diffuse e fuggitive non adeguatamente quantificate, in modo sostanzialmente incontrollato e in violazione dei precisi obblighi assunti dall’Ilva, nella stessa Aia e nei predetti atti d’intesa, volti a limitare e ridurre la fuoriuscita di polveri e inquinanti».
IL DISPOSITIVO – Il provvedimento notificato è di circa 120 pagine. Nel dispositivo della propria decisione (del 7 agosto scorso), il tribunale del riesame scriveva: «I custodi garantiscano la sicurezza degli impianti e li utilizzino in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti». Per rafforzare questa disposizione, il tribunale aveva nominato custode giudiziario proprio il massimo rappresentante Ilva: Bruno Ferrante, «nella sua qualità – precisa il tribunale nel dispositivo – di presidente del Cda e di legale rappresentante di Ilva spa». La nomina di Ferrante quattro giorni dopo la decisione del Riesame è stata revocata dal gip Patrizia Todisco. Sul percorso da seguire per interrompere i reati, i giudici – viene riferito da fonti giudiziarie – non si sbilanciano e affidano il compito ai custodi nominati dal gip e alla procura.