TERRACINA. Gaetano Marino, ritenuto il capo degli scissionisti, a febbraio era stato al centro di una polemica sollevata da Saviano.
TERRACINA – Omicidio di criminalità organizzata giovedì pomeriggio sulla spiaggia di Terracina, in provincia di Latina. Gaetano Marino, 48 anni, di origine campana, considerao il boss degli scissionisti di Scampia e soprannominato «’o moncherino» per la mancanza di un arto, è stato assassinato a colpi di pistola fra i bagnanti da uno, forse due killer che poco prima gli avevano chiesto di avvicinarsi.
SPARI SUL LUNGOMARE – La vittima era in vacanza con la famiglia a Terracina. Quando i sicari lo hanno chiamato al telefono, attorno alle 17 di giovedì, si trovava allo stabilimento «La Sirenella», sul lungomare Circe, in pieno centro. Salito su con un familiare, ad attenderlo ha trovato i killer, che gli hanno sparato con una pistola semiautomatica. Secondo i primi accertamenti Marino sarebbe stato colpito da sette proiettili, ma a terra gli investigatori della Squadra mobile di Latina, diretti dal questore Alberto Intini, avrebbero trovato 15 bossoli. Gli assassini sono fuggiti su una Fiat Punto grigia che ora la polizia sta cercando. Illeso il congiunto del boss della camorra.
UN LAGO DI SANGUE – Racconta un testimone in un post su Terracina blog: «Il corpo davanti allo stabilimento era addossato allo sportello di un’automobile ai lati della strada. Era un ragazzo che indossava un costume blu e mi è sembrato che fosse mutilato di ambo le mani, ma non so se ho visto bene. Da quello che mi è parso di vedere sembra proprio che gli abbiano sparato in faccia e comunque giaceva in un lago di sangue. Non era un bello spettacolo». E ancora: «Scene di disperazione da parte di due donne con accento partenopeo (forse sue parenti o amiche)».
POLEMICA CON SAVIANO – Lo scorso febbraio il boss degli scissionisti era stato al centro di una polemica sollevata da Roberto Saviano, dopo che aveva partecipato come ospite a una trasmissione Rai in cui cantava la figlia. E proprio Saviano ha scritto a proposito di Marino: «Gaetano è fratello di Gennaro Marino, promotore militare della faida (con i Di Lauro, ndr) Sono detti i ‘McKay’ perché il padre Crescenzo (ucciso dai Di Lauro come vendetta) somigliava a un vecchio personaggio di una serie televisiva western. Gaetano Marino non può mangiare da solo, non può cucinare, non può aprire le porte, non può nemmeno bere da solo. Perse entrambe le mani per lo scoppio di un ordigno. Guerra di camorra con i Ruocco, anni ’90, si voleva fargli saltare la villa e una bomba gli esplose in mano. Questa è una delle versioni. Altri dicono che perse le mani perché stava lanciando una bomba a mano esplosa prima del tempo. Gaetano Marino è stato per la camorra una sorta di ambasciatore dei sodalizi di Secondigliano con la mafia albanese, come dimostrato dall’inchiesta del Gico di Bari dell’ottobre 2010».
A NETTUNO – Quello di giovedì è il secondo episodio di sangue, in meno di un mese, sul litorale del basso Lazio: il 26 luglio scorso un esponente del clan Moccia, Modestino Pellino, è stato freddato in pieno centro a Nettuno con cinque colpi di pistola.