AUTO. Bersani: «Monti troppo cauto, era evidente che il progetto Fabbrica Italia non è mai esistito, avrebbero dovuto incalzarlo».
«Io non ho parlato di esuberi, non ho proposto chiusure di stabilimenti, non ho mai detto che voglio andar via. Ci vuole una responsabilità molto elevata per fare queste scelte oggi». E poi la promessa: «Cerco di assecondare la ripresa del mercato Usa sfruttandola al massimo per acquisire quella sicurezza finanziaria che mi consenta di proteggere la presenza Fiat in Italia e in Europa in questo momento drammatico». Sergio Marchionne, in un’intervista a La Repubblica, parla del Lingotto e del futuro della Fiat dopo l’annuncio dell’addio al piano Fabbrica Italia.
PARAFULMINI – «Sta succedendo esattamente quello che avevamo detto alla Consob un anno fa – ha dichiarato il manager -. Ho dovuto ripeterlo perchè attorno a Fabbrica Italia si stava montando una panna del tutto impropria, utilizzando il nome della Fiat per ragioni solo politiche: a destra e a sinistra, perchè noi siamo comunque l’unica realtà industriale che può dare un senso allo sviluppo per questo Paese. Capisco tutto, ma quando vedo che veniamo usati come parafulmine, non ci sto, e preferisco dire la verità». Per Marchionne la verità è che «la Fiat sta accumulando perdite per 700 milioni in Europa, e sta reggendo a questa perdita con i successi al’estero, Stati Uniti e Paesi emergenti. Queste sono le uniche due cose che contano. Se vogliamo confrontarci dobbiamo partire da qui: non si scappa».
REAZIONI – L’intervista ha subito scaturito reazioni politiche. «L’esecutivo – ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani – è stato troppo cauto. Avrebbero dovuto incalzare Marchionne, anche perchè era evidente che il progetto Fabbrica Italia non è mai esistito». Quelle di Marchionne non sono rassicurazioni, secondo Giorgio Airaudo, responsabile auto della Fiom «è solo un modo per prendere tempo. Non è la prima volta che dice che mantiene gli stabilimenti in Italia con le vendite ed i profitti fatti all’estero quindi penso che sia sempre più urgente che questo paese stabilisca un patto con la Fiat, serve un accordo e solo il governo può farlo». «Marchionne – ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni – ha il dovere di fare chiarimenti con chi si è preso ogni volta responsabilità pur di ottenere certezze per l’occupazione e per la difesa dei posti di lavoro. Ha il dovere di farlo per lealtà. Chiedo a Marchionne di convocarci subito – ha sottolineato il leader della Cisl – e di chiarire un solo aspetto: se il piano Fabbrica Italia lo mantiene e lo utilizza quando riprende il mercato oppure, a prescindere da questo, lui non vuole più utilizzarlo».