L’intervento del premier. Monti chiama il manager. Fornero apre: «Idee interessanti».
Un colloquio telefonico e un appuntamento a Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio Mario Monti interviene sul caso Fiat. Dopo aver chiamato Sergio Marchionne, hanno convenuto di incontrarsi sabato 22 alle ore 16 a Palazzo Chigi. Lo ha reso noto la Presidenza del Consiglio. All’incontro parteciperanno, per il governo, oltre il Presidente Monti, il ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera e il ministro del Lavoro Elsa Fornero e, per la Fiat, il Presidente John Elkann e l’Ad Sergio Marchionne. «Nell’occasione – spiega Palazzo Chigi – verrà fornito il quadro informativo sulle prospettive strategiche del gruppo Fiat, con particolare riguardo all’Italia».
IL SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA AGNELLI – John Elkann, presidente Fiat, esprime a nome della famiglia Agnelli «solidarietà e sostegno a Marchionne». Ribadisce l’impegno a restare in Italia aggiungendo «Abbiamo ribadito oggi che da qualche anno il piano investimenti deve tenere conto di una situazione molto difficile. Stiamo valutando la situazione per andare avanti in modo oculato e responsabile». E agli attacchi di Della Valle replica: «Non capisco il livore che lo anima. Sono stupito che alla sua età e con le aspirazioni che ha agisca in modo così irresponsabile».
L’INTERVISTA DI MARCHIONNE – «Io non ho parlato di esuberi, non ho proposto chiusure di stabilimenti, non ho mai detto che voglio andar via. Ci vuole una responsabilità molto elevata per fare queste scelte oggi». E poi la promessa: «Cerco di assecondare la ripresa del mercato Usa sfruttandola al massimo per acquisire quella sicurezza finanziaria che mi consenta di proteggere la presenza Fiat in Italia e in Europa in questo momento drammatico». Sergio Marchionne, in un’intervista a La Repubblica, parla del Lingotto e del futuro della Fiat dopo l’annuncio dell’addio al piano Fabbrica Italia.
PARAFULMINI – «Sta succedendo esattamente quello che avevamo detto alla Consob un anno fa – ha dichiarato il manager -. Ho dovuto ripeterlo perchè attorno a Fabbrica Italia si stava montando una panna del tutto impropria, utilizzando il nome della Fiat per ragioni solo politiche: a destra e a sinistra, perchè noi siamo comunque l’unica realtà industriale che può dare un senso allo sviluppo per questo Paese. Capisco tutto, ma quando vedo che veniamo usati come parafulmine, non ci sto, e preferisco dire la verità». Per Marchionne la verità è che «la Fiat sta accumulando perdite per 700 milioni in Europa, e sta reggendo a questa perdita con i successi al’estero, Stati Uniti e Paesi emergenti. Queste sono le uniche due cose che contano. Se vogliamo confrontarci dobbiamo partire da qui: non si scappa».
REAZIONI – L’intervista ha subito scaturito reazioni politiche. «L’esecutivo – ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani – è stato troppo cauto. Avrebbero dovuto incalzare Marchionne, anche perchè era evidente che il progetto Fabbrica Italia non è mai esistito». Quelle di Marchionne non sono rassicurazioni, secondo Giorgio Airaudo, responsabile auto della Fiom «è solo un modo per prendere tempo. Non è la prima volta che dice che mantiene gli stabilimenti in Italia con le vendite ed i profitti fatti all’estero quindi penso che sia sempre più urgente che questo paese stabilisca un patto con la Fiat, serve un accordo e solo il governo può farlo». «Marchionne – ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni – ha il dovere di fare chiarimenti e ha il dovere di farlo per lealtà. Chiedo a Marchionne di convocarci subito – ha sottolineato il leader della Cisl – e di chiarire un solo aspetto: se il piano Fabbrica Italia lo mantiene e lo utilizza quando riprende il mercato oppure, a prescindere da questo, lui non vuole più utilizzarlo». Anche il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha commentato l’intervista, definendola «molto interessante, sotto tutti i punti di vista».