LA QUINTA GIORNATA. Finisce a reti inviolate una partita ben condotta dai viola. Traversa di Jovetic. Quarantaquattro risultati utili per Conte. La squadra di Mazzarri batte per 3-0 la Lazio e aggancia i bianconeri in vetta. Milan-Cagliari 2-0, Chievo-Inter 0-2. Il capitano segna il suo 216° gol, ma la squadra si siede e non va oltre l’1-1 con una Sampdoria ridotta in 10.
Quarantaquattro risultati in fila per sei col resto di due. La Juventus non perde da due campionati, con il Parma nella seconda stagione dei settimi posti, l’ultima dello scontento bianconero (15 maggio 2012), arrivò la sconfitta spartiacque. Segnò, per il Parma, quel Giovinco che ora dovrebbe risolvere partite come quella con la Fiorentina, trovare un colpo di genio, un cilindro nel coniglio o un coniglio nel cilindro, è lo stesso. Insomma, da qualunque parte si guardi, fare una magia.
Ma molto la «Viola» dell’ottimo Vincenzo Montella e un po’ la strana mollezza della Juventus, dopo quattro successi in campionato la fuga bianconera si blocca sul primo pareggio. Poco male, in fondo, siamo solo all’inizio e comunque questa Juventus tiene sempre bene a livello difensivo, non subisce gol (in cinque partite due, di cui uno «regalato» a Udine). Però davanti c’è poco, anzi nulla. Non si ricorda una sola occasione bianconera e questo suona strano perché la Juventus di Conte ci aveva abituati a grandi performance offensive. Semmai sprecava occasioni, non le concretizzava. Però le creava, eccome, come ad esempio è successo nella partita con il Chievo. Qui l’attacco Quagliarella-Giovinco è poco sfruttato e, di suo, non produce nulla.
Più viva, dall’altra parte, la coppia Jovetic-Ljajic che inventa di più: colpisce una traversa con il primo, spreca un bel contropiede con il secondo. Insomma c’è più Fiorentina che Juventus nella sfida elettrica del «Franchi» con Antonio Conte nel box di Juve Channel e tutto il popolo che «sente» terribilmente il match. Alla fine è un po’ di più la Fiorentina, ma non abbastanza da trovare l’uppercut. Finisce zero a zero. La squadra di Montella è una bella realtà, la Juventus è sempre la solita, grande realtà.
E’ vero, siamo solo alla quinta giornata. Ma per quanto fatto vedere fino ad adessoè il Napoli l’anti-Juve. E non solo per la vittoria per 3-0 sulla Lazio (tripletta di Cavani che ha fallito anche un rigore) che gli consente di conquistare il primo posto in classifica in comproprietà con i bianconeri, ma perché ottenuta convincendo sul piano del gioco contro una squadra ostica. La quinta giornata, cominciata martedì con lo 0-0 tra Fiorentina e Juventus, vede anche il riscatto delle milanesi entrambe vittoriose per 2-0, i rossoneri in casa sul Cagliarie l’Inter sul Chievo . Parziale fallimento invece per la Roma, cui non basta il duecentosedicesimo gol in serie A di Totti per superare una sempre più sorprendente Sampdoria. La gara tra la squadra di Zeman e quella di Ferrara finisce 1-1, nonostante i doriani abbiano concluso la gara in 10. Nelle altre partite: Pescara-Palermo 1-0, Catania-Atalanta 2-1, Genoa-Parma 1-1, Torino-Udinese 0-0. Giovedì (h.20.45) si giocherà Siena-Bologna.
CAVANI SUPER – Tre volte Cavani e gli azzurri tornano in cima. Mazzarri voleva rivedere il suo Napoli, Petkovic sua Lazio. Ha avuto ragione solo il primo che adesso si gode la vetta della classifica in compagnia della Juventus, mentre il tecnico bosniaco porta a casa la seconda sconfitta consecutiva dopo quella interna contro il Genoa. A punire i suoi il «Matador» Edinson Cavani, un giocatore che non finisce mai di stupire e, soprattutto, di segnare. Una splendida tripletta per il 3-0 finale, altri tre gradini verso quel record di gol di Diego Armando Maradona con la maglia del Napoli che ingolosisce l’uruguaiano. E i 3 gol potevano essere anche 4 se Cavani non avesse fallito un rigore procurato da Insigne.
RISCATTO DELLE MILANESI – La quinta giornata vede la resurrezione delle milanesi. La squadra di Allegri (in tribuna per la squalifica) s’impone per 2-0 sul Cagliari grazie ad una doppietta di El Shaarawy. Analogo punteggio per l’Inter che a Verona batte il Chievo grazie al gol di Pereira ed al raddoppio di Cassano.
LE ALTRE – Delude parzialmente invece la Roma di Zeman. In vantaggio di un gol e con l’uomo in più si fa riagguantare dalla sempre più sorprendente Samp di Ferrara che ha giocato quasi tutta la ripresa in dieci per l’espulsione di Maresca. I doriani sono al terzo posto in classifica a 10 punti (che sarebbero stati 11 se non avessero avuto un punto di penalizzazione).
Vittorie per il Pescara, 1-0 sul Palermo e per il Catania (2-1 in rimonta sull’Atalanta). Finiscono in pareggio Genoa-Parma (1-1, Borriello sbaglia un rigore ma realizza il secondo) e Torino-Udinese (0-0). Nel posticipo di giovedì (h. 20.45) si giocherà Siena-Bologna.
OMA – Trentasei anni e non sentirli. Duecentosedici gol in serie A e averli fatti sentire a tutte le squadre avversarie, ultima in ordine cronologico la Sampdoria. Eppure Francesco Totti non si è potuto regalare il compleanno che voleva. Il giocattolo glielo ha rotto la Roma che, in vantaggio per un suo gol al 34’ p.t., quello che gli ha permesso di raggiungere Meazza e Altafini al terzo posto dei cannonieri tutti i tempi di serie A, non è stata capace di battere la Sampdoria rimasta in 10 dal primo del secondo tempo per l’espulsione di Maresca.

STEKELEMBURG– Per i giallorossi è l’ennesima occasione mancata: due punti in tre gare casalinghe (Catania, Bologna e Sampdoria) sono una miseria per una squadra che, con il ritorno in panchina di Zdenek Zeman, era attesa a un calcio offensivo e pieno di gol, capace di rendere l’Olimpico un fortino inespugnabile. Finora è capitato l’opposto. Degli otto punti in classifica sei sono arrivati in trasferta: una bella impresa quella di San Siro contro l’Inter, un autogol di Cellino quelli presi a tavolino a Cagliari. A proposito di autogol va quasi considerato tale quello che Stekelenburg ha inflitto alla sua squadra. Il portiere olandese non ha trattenuto un cross innocuo di Berardi e ha permesso il pareggio di Munari con un tap in. Poi è stata la Samp a sfiorare il 2-1, ma Icardi si è impappinato solo davanti al portiere. La Roma ha rischiato di vincere solo nel recupero, ma l’ottimo Romero ha parato il colpo di testa ravvicinato di Balzaretti. Ha fatto festa così solo Ciro Ferrara, ancora imbattuto in campionato. Con Zeman i rapporti sono rimasti al minimo. «Strette di mano? Non ci siamo cercati prima della partita. – ha detto Zeman –. Ma io sono più vecchio e doveva cercarmi lui».