VITERBO. Angela Birindelli, vicina a Polverini e «nemica» di Battistoni, inscritta nel registro degli indagati insieme al sindaco di Viterbo e al commissario dell’Arsial.
ROMA – Un altro indagato nel ciclone giudiziario che ha investito la Regione Lazio. Non si tratta, però dell’inchiesta sui fondi del Pdl spariti e finiti in Spagna. Almeno, non direttamente: l’assessore regionale all’Agricoltura, Angela Birindelli, risulta indagata dalla Procura di Viterbo insieme al sindaco di Viterbo Giulio Marini e ad Erder Mazzocchi, commissario straordinario dell’Arsial, l’agenzia regionale per il sostegno e lo sviluppo dell’agricoltura.
Nell’inchiesta in tutto sono indagate 10 persone tra le quali tre funzionari regionali e tre dipendenti pubblici viterbesi. Sindaco e assessore sono accusati di corruzione e turbativa d’asta: avrebbero favorito aziende vitivinicole viterbesi – in relazione alla rassegna enologica nazionale Vinitaly, edizione 2011 – nell’aggiudicazione di commesse. Tuttavia l’indagine sui fondi all’agricoltura si collegherebbe in parte al filone della seconda inchiesta sullo scandalo fondi, quella aperta dalla Procura di Viterbo (che vede Fiorito testimone), in merito alle false fatturazioni del Pdl in Regione Lazio.
LA GUERRA DEI VITERBESI NEL PDL – La vicenda di Angela Birindelli, 52 anni, vicina alla governatrice Polverini, si inquadra a pieno diritto nella faida interna al Pdl del lazio: l’assessore, infatti, è considerata una «nemica» dell’ex capogruppo Pdl alla Pisana Francesco Battistoni (nella foto, che aveva preso il posto dell’indagato Franco Fiorito) costretto alle dimissioni dall’aut aut di Renata Polverini lo scorso 20 settembre, dopo un infuocato vertice con Angelino Alfano.
SPINTA DALL’UDC – Birindelli, come Battistoni, è originaria del Viterbese (è nata a Bolsena). E Viterbo è l’epicentro del terremoto politico che ha scosso e scuote il Pdl laziale. Birindelli, nel 2010 – su pressioni dell’Udc -soffiò il posto di assessore all’Agricoltura al conterraneo Battistoni facendo infiammare la faida viterbese. Poi, tra beghe e feroci discussioni, esplode lo scandalo dei finanziamenti sospetti: tra questi, 18 mila euro stanziati da Birindelli. L’accusa che trapela all’inizio è pesante: concorso in estorsione.
FILONI INCHIESTA – L’inchiesta si sta dipanando in almeno due filoni principali: il primo è quello che vede l’assessore Birindelli indagata per corruzione e tentata estorsione insieme con i giornalisti Paolo Gianlorenzo e Viviana Tartaglini, rispettivamente ex direttore del quotidiano L’Opinione di Viterbo e amministratrice della cooperativa che lo produceva. L’indagine è scaturita da una denuncia del consigliere regionale Francesco Battistoni, secondo la quale la Birindelli avrebbe commissionato 18mila euro di inserzioni pubblicitarie sull’attività del suo assessorato, in cambio delle quali il quotidiano avrebbe orchestrato una campagna stampa contro lo stesso Battistoni. Il secondo è scaturito da un’altra denuncia per diffamazione a mezzo stampa presentata dai legali di Battistoni e da due aziende viterbesi.
LA REPLICA DI MAZZOCCHI – Si chiama fuori dalla presunta turbativa d’asta, il commissario Arsial: «Non ho mai avuto rapporti con aziende viterbesi, né personali né professionali e tutti gli affidamenti sono stati fatti direttamente dall’ente fiera di Verona», dichiara Erder Mazzocchi. Che precisa: «I fondi per la realizzazione della manifestazione vennero assegnati dall’assessorato all’Agricoltura ad Arsial soltanto alla fine di marzo 2011 con la manifestazione che sarebbe iniziata il 5 aprile». Quanto al Vinitaly 2012, in quelal edizione il Padiglione Lazio «è stato realizzato direttamente dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Lazio».