Norme e igiene. I suoi parenti gestiscono buona parte dei baracchini del centro storico. Sua proposta: trasformarli in «ristoranti».

Rispetto al «Regolamento d’Igiene, Sanità pubblica e Veterinaria di Roma Capitale» preparato in due anni di lavoro dal Dipartimento per la promozione della Salute, nella proposta di deliberazione firmata dal consigliere Tredicine cambiano poche righe, qualche parola qui, qualche parola là, ma l’effetto ottenuto, alla fine, è completamente diverso: perché con la versione Tredicine – datata 10 agosto 2012 – ai «mezzi di commercio mobili», ai camion bar, «è consentito il riscaldamento e la cottura degli alimenti commercializzati».

Nessuna restrizione ulteriore. Invece nel regolamento – protocollato il 20 dicembre 2011, otto mesi prima – l’articolo 182 prevedeva che fosse consentita «solo la cottura di alimenti già preparati e pronti a cuocere che non necessitino di ulteriori manipolazioni; la vendita deve avvenire immediatamente, in assenza di attrezzature di esposizione a “regime caldo”. In questi casi, oltre alle conformi attrezzature di cottura e conservazione, l’automezzo deve avere i requisiti…». Ecco, nella proposta Tredicine questa parte è scomparsa: poche righe, qualche parola. Ma il sospetto che gira in alcuni corridoi del Campidoglio è che quei camion bar con panini e pizzette, qualora fosse approvata la proposta Tredicine, potrebbero trasformarsi, evolversi, «diventare una specie di ristoranti». Malignità, senza dubbio: del resto, Giordano Tredicine, contattato al telefono, sembra stupito: «Il regolamento parla di tutto, dall’edilizia alle edicole». Ai camion bar, ovviamente.
Per capire questa vicenda bisogna fare un passo indietro: da due anni, in Campidoglio, è al lavoro una commissione del «Dipartimento per la promozione dei servizi sociali e della salute» che prepara il Regolamento d’Igiene, Sanità pubblica e Veterinaria. Dunque, a dicembre viene protocollata la «proposta di deliberazione» del dipartimento. Ha un iter complesso, quasi come la materia che regola: una volta scritto, il documento deve essere inviato a tre commissioni, tra le quali quella delle Politiche sociali presieduta proprio da Giordano Tredicine. Lui, però, nega di averlo mai visto: «È strano, perché se è stato protocollato a dicembre allora entro un mese doveva arrivare in Commissione. Non ne so nulla, dico la verità». E però è strano, perché nella parte dedicata ai camion bar, la versione Tredicine sembra uguale al documento di dicembre. Quasi, uguale. «Ma io sono il presidente della commissione politiche sociali, non sono proprietario dei camion bar». È vero: fu Donato Tredicine, il patriarca ottantenne, a inventarsi il business, e adesso con alcuni eredi gestisce una quarantina di postazioni.
Giordano Tredicine, comunque, giura di aver presentato la sua proposta senza badare ai camion bar: «Quel lavoro mi è stato presentato dall’ufficio dipartimento politiche sociali, è frutto di concertazione con le Asl e con le associazioni». Ma certo, saranno state le Asl a cambiare ciò che prevedeva la versione di dicembre. Anche in quel passaggio sui bagni – «gli automezzi devono avere un servizio igienico con le caratteristiche dell’art. 170» – che in quella successiva, firmata Tredicine, prevede l’obbligo, previsto dall’art. 168, di «assicurare la presenza, nelle immediate adiacenze, di almeno un bagno chimico e di un pubblico esercizio». Certo, il regolamento che si occupa di igiene può anche prevedere che il bagno sia quello del bar più vicino.