I CONTI DEL TERZO TRIMESTRE. Crescono i ricavi ma anche l’indebitamento. L’Europa in rosso non tornerà a fare profitti prima del 2016: per le fabbriche italiane l’unica salvezza sarà produrre per l’export.
TORINO – Crescono gli utili e i ricavi nonostante la pesante crisi europea. Sui conti Fiat del terzo trimestre l’effetto Chrysler è decisivo (la controllata americana continua a macinare profitti) insieme all’ottimo andamento in Brasile e alle crescenti performance sui mercati asiatici. Dati che arrivano a poche ore dall’incontro fra i vertici del Lingotto e i sindacati previsto per la serata. Al centro della scena, però, incombe la tempesta europea, o meglio il «Carmaggedon» -come lo definisce la stessa azienda- che impone ai costruttori di fare i conti con la realtà con un mercato tornato ai livelli degli anni 70. L’Europa resterà la «palla al piede» ancora a lungo: per il 2012 le perdite ammonteranno a 700 milioni di Euro. «Non siamo un più un player marginale», commenta il numero uno Sergio Marchionne parlando nella conference call con gli analisti, «grazie all’integrazione con Chrysler».
NESSUNA CHIUSURA MA INTERVENTI IN ITALIA-La la notizia che in molti attendevano è un’altra, contenuta all’interno dei documenti presentati agli analisti: nessuna chiusura di impianti in Europa, piuttosto Fiat tenta la strada del rilancio puntando sui marchi di prestigio, Alfa, Maserati e Jeep («i tre brand globali») che dovrebbero generare guadagni elevati e quindi sostenere le perdite nel settore generalista messo a durissima prova dalla «guerra dei prezzi» in corso nel Vecchio Continente. Un sentiero stretto che passa attraverso altri 24-36 mesi in rosso, perché prima «del 2015-2016» le attività europee non raggiungeranno il punto di pareggio». Nel frattempo sarà necessaria un’azione sulle fabbriche italiane per riorganizzare la produzione da destinare all’export in accordo con le parti sociali. Perché il nodo dell’eccesso di capacità produttiva resta irrisolto: se nel 2010 gli stabilimenti italiani lavoravano all’88%, ora lo fanno al’69% e quindi bel al di sotto del punto di pareggio economico situato intorno all’80%. Per lo stesso motivo Ford ha annunciato la chiusura di tre impianti, due in Inghilterra e uno in Belgio, con un taglio del 13% della forza lavoro continentale. In Francia il gruppo Peugeot-Citroen, quasi certamente femerà Aulnay, nonostante il sostegno finanziario concesso dal governo alla sua banca.
LA SPERANZA DELL’EXPORT– L’unica salvezza per le fabbriche italiane sarà quella di lavorare per i mercati esteri, visto che in Nord America e Brasile i siti sono quasi saturi. Secondo il Lingotto il 15% della produzione italiana sara riconvertito a prodotti per l’export. Fra questi uno dei più importanti sarà un Suv compatto marchio Jeep, che inizialmente doveva nascere Mirafiori prima che il progetto venisse congelato. Saranno 17 i nuovi modelli che nasceranno in Italia fra il 2012 e il 2016, compresi i mezzi commerciali.
TARGET AL RIBASSO– A causa del crollo delle vendite in Europa (secondo Fiat il mercato non si riprenderà prima del 2014), il Lingotto rivede al ribasso gli obiettivi finanziari: per il 2013 l di ricavi tra 4,3 e 4,5 miliardi (finora il target era di 5,5 miliardi) e di un utile della gestione ordinaria tra 4 e 4,5 miliardi (era di 6,1). Per il 2014 sono previsti ricavi tra 94 e 98 miliardi (erano 104 miliardi) e un utile della gestione ordinaria tra 4,7 e 5,2 miliardi (era 7,5 miliardi).
I CONTI DEI PRIMI NOVE MESI- Nel terzo trimestre dell’anno Fiat ha realizzato un utile netto di 286 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto ai 112 milioni di euro dello stesso periodo del 2011. I ricavi hanno raggiunto 20,4 miliardi euro, un balzo del 16%. L’utile della gestione ordinaria sale a 951 milioni di euro (erano 851 milioni un anno fa), grazie agli «andamenti particolarmente positivi in Nord e Sud America e in Asia». In Europa, invece, c’è un rosso di 238 milioni di euro. Nei primi nove mesi dell’anno il gruppo ha venduto 3,1 milioni di veicoli. Cresce anche l’indebitamento netto industriale: 6,7 miliardi di euro (5,4 miliardi al 30 giugno 2012) «per effetto dell’assorbimento di cassa stagionale del terzo trimestre di Fiat esclusa Chrysler, accentuato dalle condizioni del mercato in Europa». La liquidità disponibile, che include 3 miliardi di linee di credito non utilizzabili, è di 20 miliardi di euro. Proprio per il crollo del mercato europeo, il gruppo ha «affinato i target economici per il 2012 al livello inferiore dell’intervallo originario», con l’indebitamento industriale atteso in miglioramento (a 6,5 miliardi di euro), un utile della gestione ordinaria di oltre 3,8 miliardi, profitti netti a quota 1,2. «Gli eventi degli ultimi 12 mesi hanno rafforzato il giudizio negativo sull’evoluzione dei mercati europei: ravvisiamo persistenti condizioni di debolezza del mercato per il resto del 2012, per tutto il 2013 e almeno una parte dell’anno seguente», è la previsione del Lingotto pubblicata a margine dei risultati.
IN EUROPA CON IL FRENO A MANO– Gli effetti del forte calo di vendite in Europa si fanno sentire sui conti: nel terzo trimestre l’utile della gestione ordinaria relativa alla zona Emea è negativo per 238 milioni di euro. «Le azioni di contenimento dei costi hanno solo in parte mitigato gli effetti del calo dei volumi e della pressione sui prezzi», commenta la nota del Lingotto. Escludendo Chrysler, il risultato della gestione ordinaria è di 105 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai 295 del terzo trimestre 2011, «principalmente a causa del peggioramento europeo».
MALE IN BORSA– Una situazione, quella europea, che si riflette anche il Borsa: dopo la presentazione dei conti il titolo è andato giù, perdendo il 4%.