Nella notte, vicino frosinone. L’auto su cui viaggiava il critico d’arte è finita contro un muretto: per lui fratture multiple. Gravissimo l’autista.
ROMA – Grave incidente la notte tra martedì e mercoledì, vicino Frosinone, per l’auto su cui viaggiava il critico d’arte Vittorio Sgarbi. La vettura, alla cui guida c’era Antonio La Grassa, nel tentativo di schivare uno pneumatico probabilmente caduto da un camion, è uscita fuori strada finendo la sua corsa contro un muretto. A chiamare i soccorsi i conducenti di un’auto che è transitata pochi minuti dopo il grave incidente. Sgarbi, ricoverato subito all’ospedale di Frosinone, ha riportato più fratture ad un braccio e nei prossimi giorni dovrà effettuare un intervento chirurgico al gomito. Nella mattina di mercoledì il critico d’arte si è fatto dimettere dall’ospedale di Frosinone per raggiungere la sua abitazione a Roma e seguire da vicino le condizioni di salute del suo giovane collaboratore.
AUTISTA IN COMA – Destano preoccupazione invece le condizioni dell’autista Antonio La Grassa, in coma farmacologico: ha subito un forte trauma toracico e nella notte è stato trasferito all’Umberto I di Roma.
IL RACCONTO – Intervistato da SkyTg24, Vittorio Sgarbi ha raccontato il momento dell’incidente, quando l’auto è sbandata ed è finita giù dal guardrail: «Ho perso gli occhiali e le scarpe – ha raccontato – c’era neve e ghiaccio per terra. Abbiamo buttato giù venti metri di guard rail e siamo andati a sbattere contro qualcosa, forse un muro». «La fortuna ha voluto – ha continuato – che fossimo nei pressi di una strada provinciale. Dei passanti ci hanno visto dopo pochi minuti». Hanno chiamato i soccorsi e i due sono stati portati all’ospedale di Frosinone. «Io – ha spiegato – sono ingessato e devo farmi operare al braccio. Mi hanno spiegato che si tratta di una operazione di 40 minuti per installare una placca di plastica. Mi auguro che Antonio (l’autista, ndr) esca presto dal coma».
I RINGRAZIAMENTI – Sgarbi ringrazia chi l’ha aiutato: «Senza quella macchina che ci ha visti la situazione sarebbe stata veramente difficile. Io non vedevo niente, la strada era una stradella provinciale o comunale che non dava certo segno di essere molto frequentata. Io non avrei saputo come comunicare che eravamo lì perché il telefono mi si è rotto. La cosa più triste era essere scalzo su questa superficie bagnata che a me sembrava addirittura neve, o nevischio. Vedevo un bianco che senza occhiali non sapevo come definire». Molta paura: «È stata una brutta avventura ma il soccorso è stato molto rapido ed efficiente. Quindi un’Italia buona che viene fuori da questa vicenda, dove le persone possono trovare aiuto e assistenza senza aspettare ore come invece succede in altri casi che sono quelli di cui si parla di più. La mia notorietà stavolta mi permette di fare un elogio all’azione e alla bontà dell’atteggiamento e alla lucidità di tutti quelli che ci hanno aiutati e del medico del pronto soccorso».