Il presidente della camera: «più che sulle primarie pdl, sia chiaro sul premier». Schifani sulla legge elettorale: dobbiamo farcela, altrimenti Grillo arriva all’80 per cento.
«L’aspro confronto in corso nel Pdl va seguito con interesse per capire se emergerà un’identità politica veramente in sintonia con il Ppe e quindi, in quanto tale, alternativa in termini programmatici alle sinistre e mille miglia lontana dalla demagogia estremista, populista e anti-europea di tanti esponenti del Pdl e della totalità della Lega». A parlare è il presidente della Camera e leader di Fli Gianfranco Fini, dicendosi convinto che «il vero banco di prova per Angelino Alfano non è nella definizione delle regole per le Primarie, ma nel far chiarezza sul rapporto con il governo Monti e soprattutto sulla necessità per l’Italia di continuarne l’azione riformatrice anche dopo le elezioni». «Solo se ciò accadrà – conclude Fini – si potrà davvero aprire una pagina nuova per tutti i moderati italiani. E personalmente ne sarò lieto».
LEGGE ELETTORALE – Delle primarie del Pdl, parla invece Renato Schifani, presidente del Senato: «Sono un momento di alta democrazia e non credo ai retroscena. La vittoria non dipenderà dalle facce ma dalla passione, dai progetti e dalle proposte che sottoporranno al vaglio dei cittadini» dice l’esponenete del Pdl a margine della festa per i 15 anni di vita dell’associazione «Andrea Tudisco onlus». Ai cronisti che gli chiedono se ci sia il rischio di un flop alle primarie, Schifani risponde: «Non lo so, dipende dalla passione che trasmetteranno i candidati».
Schifani, rispondendo a Beppe Fiorello, supporter dell’associazione, interviene anche sulla legge elettorale: «Ce la sto mettendo tutta e ce la facciamo, altrimenti Grillo dal 30 va all’80%».