Il Pil italiano dovrebbe crescere dell’1,4% l’anno in media nei prossimi 50 anni. Ma faranno peggio sia la Germania sia il Giappone.
Il Pil italiano dovrebbe crescere dell’1,4% l’anno in media nei prossimi 50 anni, segnando uno dei ritmi più lenti tra i Paesi industrializzati, ma faranno peggio sia la Germania sia il Giappone (+1,1% e +1,3% rispettivamente). Sono le proiezioni di uno studio Ocse sulla crescita globale sul lungo termine che vede nell’invecchiamento della popolazione la causa principale dell’andamento.
IL TREND – Con questo trend il peso del Pil italiano sul totale mondiale scenderà dal 2,8% segnato nel 2008 all’1,8% nel 2020 e all’1,4% nel 2060. In base al rapporto che ha come riferimento di partenza le parità di potere di acquisto del 2005, allo stessa (scarsa) velocità della Penisola avanzeranno Portogallo e Grecia e anche l’Austria. Nel dettaglio per la Penisola le proiezioni sono di una crescita dell’1,3% l’anno tra il 2011 e il 2030 seguita da 1,5% nei 20 anni successivi mentre la media Ocse al 2060 è del 2%. La crescita media del Pil pro capite sarà ancora inferiore situandosi all’1,35 nel 2011-2060, con un 0,9% tra il 2011 e il 2030 e un successivo 1,5%. Come spiega l’Ocse, i trend di crescita sono guidati dall’invecchiamento della popolazione che eserciterà una pressione al ribasso sull’input di lavoro e sulla produttività. E l’Italia quanto a invecchiamento è al top nell’Ocse, terza dopo – appunto – Giappone e Germania. Nel 2030 gli ultra 65enni nella Penisola saranno il 40% della popolazione e nel 2060 non saranno distanti dal 60%, il doppio rispetto ad oggi. In Giappone gli over 65 sfioreranno il 70% tra cinquant’anni e in Germania saranno il 60%.