LO SCIOPERO, GLI STUDENTI IN PIAZZA E GLI INCIDENTI. Il lancio in un video. Severino avvia indagine interna. Il Questore: se siamo aggrediti militarmente dobbiamo reagire.
«I lacrimogeni dal ministero sono stati lanciati da agenti di polizia: sono stati sparati “a parabola” non diretti sui manifestanti. La traiettoria è stata deviata perchè hanno urtato sull’edificio». A parlare è il Questore di Roma, Fulvio Della Rocca, che prova così a fare chiarezza sul lancio di lacrimogeni (ripreso in un video) dal palazzo del ministero della Giustizia durante il corteo per il lavoro e contro l’austerità che si è svolto mercoledì a Roma. «Se ad un certo punto veniamo aggrediti militarmente -ha aggiunto Della Rocca – è chiaro che dobbiamo reagire, perché siamo qui anche per questo: per tutelare la legge, questo è il nostro compito». Il Guardasigilli Paola Severino ha avviato un’indagine interna per far luce sull’accaduto, esprimendo anche «inquietudine e preoccupazione». Il ministro si è recato in via Arenula lasciando in anticipo il Cdm proprio per seguire da vicino le indagini sul video. «Data la grandezza dell’edificio e le ipotesi in campo – ha chiarito – non sarà una indagine che si concluderà ad horas, ma sarà appagante per quanto riguarda la ricostruzione dei fatti».
LACRIMOGENI NON IN DOTAZIONE – Prima delle dichiarazioni del Questore, Severino aveva anche spiegato che in base ai primi accertamenti quelli che sembrerebbero essere stati lanciati dal ministero sarebbero «lacrimogeni a strappo che non sono in dotazione al reparto di polizia penitenziaria di via Arenula».
INTERROGAZIONE PD – Il Pd ha comunque annunciato un’interrogazione parlamentare sulla vicenda. «Serve chiarezza sul lancio di lacrimogeni avvenuto mercoledì scorso in occasione dello “sciopero europeo”», ha detto tra gli altri i responsabile della Sicurezza Emanuele Fiano. «Abbiamo avanzato una interrogazione al ministro dell’Interno Cancellieri perchè si capisca subito cosa è avvenuto: la verità è nell’interesse dei manifestanti, degli agenti e dell’opinione pubblica».