IL PROFESSORE VERSO LE ELEZIONI. I sondaggi: «la lista del prof tra 19 e 21%». Le condizioni del premier dimissionario: tempi certi e l’ultima parola sui candidati. VERSO IL VOTO – AVVENIRE: ALTO TASSO DI INAZIONE DEI GOVERNI DEL CAVALIERE. Il Cavaliere e l’Osservatore Romano sull’espressione: «salire in politica» usata dal Professore
L’obiettivo è uno. Stringere i tempi per definire forma e composizione della lista – o della federazione di liste – che sosterranno Mario Monti alle prossime elezioni. A chiederlo, stando a quanto riferiscono fonti parlamentari, è il presidente del Consiglio uscente che già venerdì, in un vertice dei centristi convocato all’ora di pranzo a Roma, vorrebbe chiudere l’accordo e cominciare a lavorare sulla composizione delle liste. Anche di questo si dovrebbe parlare in occasione della riunione delle forze di centro che intendono sostenere Monti in vista del voto di febbraio. Riunione alla quale potrebbe partecipare lo stesso presidente del Consiglio. Ma se ciò non dovesse accadere, il Professore sarebbe ben rappresentato dai ministri Corrado Passera e Andrea Riccardi.
SOSTEGNO DEL VATICANO – Così, nel giorno in cui la «salita» in politica di Mario Monti incassa il sostegno del Vaticano, dietro le quinte prosegue il lavoro del professore e dei suoi più stretti collaboratori in vista della creazione di una lista elettorale. Sul tavolo c’è la possibilità di creare, probabilmente con Udc e Fli e Montezemolo, una lista unica per sostenere Monti anche alla Camera, scelta che al Senato sembra obbligata dalla legge elettorale. I bene informati sostengono che Monti avrebbe posto la condizione di poter dire l’ultima parola su ciascun nome, con l’obiettivo di garantire discontinuità e massima pulizia. Niente nomi a sorpresa dunque nelle liste del Professore. Una condizione che, malgrado qualche tentennamento iniziale, sarebbe stata accolta dagli interlocutori politici. E nella giornata in cui Piero Grasso chiede l’aspettativa per ragioni elettorali al Csm, viene fuori che Stefano Dambruoso, magistrato e responsabile giustizia di Italia Futura, sarà con ogni probabilità della partita.
I SONDAGGI – Sulla scelta della lista unica o doppia alla Camere peserà anche il sondaggio di Pagnoncelli che attribuisce suffragi tra il 19 e il 21% a una coalizione politici-società civile a sostegno dell’ex rettore della Bocconi. È probabile, però, che già venerdì la decisione possa arrivare. Anche per tenere fede a un timing piuttosto obbligato che impone entro l’inizio del nuovo anno di aver deciso le liste che vanno depositato entro il 27 gennnaio.
UNA SEDE ADATTA – Dal Pdl trapela una certa preoccupazione per quanto sta avvenendo al centro. Per Angelino Alfano ne deriverebbe un «centrino» pensato a uso e consumo del Pd: perché Bersani potrebbe vincere bene alla Camera, ma non al Senato. Alle critiche di Alfano, si aggiungono quelle di Fabrizio Cicchitto che sottolinea come il ruolo di terzietà del presidente di un consiglio dei ministri tecnico sia ormai venuto meno. Così, anche per non prestare il fianco a nuove polemiche, il vertice di venerdì non si dovrebbe tenere a Palazzo Chigi, forse nemmeno nello studio del Senatore Monti a palazzo Giustiniani.
LE RESISTENZE – L’eventualità della lista unica alla Camera e al Senato metterebbe, tuttavia, in imbarazzo i partiti sostenitori dell’agenda Monti: Fini e Casini, infatti, si scontrano con le resistenze di chi non vuole saperne di abbandonare le vecchie sigle e il bagaglio politico e culturale ad esse connesso. Non solo: di fronte alla prospettiva di presentarsi con una lista unica, si aprirebbe anche la questione dei criteri per comporre le liste e quale peso dare alle singole forze che sostengono l’agenda Monti. Calcoli che farebbero pensare a un accordo pre elettorale già confezionato, ma che viene smentito con fermezza da alcuni esponenti di primo piano dell’Udc. Non ultimo Casini che si dice «al lavoro per un’area di responsabilità nazionale. Ci sarà spazio per tutti coloro che credono nel valore della buona politica e nell’impegno della società civile. Non dovrà esserci spazio per opportunisti dell’ultima ora».
L’impegno in politica di Mario Monti, insieme con l’espressione «salita» in politica – usata dal premier il giorno della conferenza stampa di fine anno – continua a suscitare reazioni. Critiche, dal leader del Pdl Silvio Berlusconi: «Monti dice “sale”, giustamente, perché aveva un rango inferiore di quello di presidente del Consiglio» afferma il Cavaliere. Parole di elogio, invece, dal Vaticano, attraverso un articolo sull’Osservatore Romano in cui si legge che l’espressione del Professore è «un appello a recuperare il senso più alto e più nobile della politica». Una posizione rafforzata venerdì anche dal direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, che attribuisce ai governi guidati da Berlusconi «un alto tasso di inazione».
IL VATICANO – In un articolo a firma di Marco Bellizi dal titolo «La salita in politica del senatore Monti», l’Osservatore Romano tira le fila dei principali avvenimenti politici degli ultimi giorni. E si sofferma, appunto, sull’ormai gettonatissima espressione usata da Monti. «Si nota la sintonia con il messaggio ripetuto in questi anni dal presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, non a caso un’altra figura istituzionale che gode di ampia popolarità e alla quale tutti riconoscono il merito di aver individuato proprio nel senatore a vita l’uomo adatto a traghettare l’Italia fuori dai marosi della tempesta finanziaria» si legge in primo luogo nell’articolo. Poi, più esplicitamente: «È in sintesi l’espressione di un appello a recuperare il senso più alto e più nobile della politica che è pur sempre, anche etimologicamente, cura del bene comune. Ed è questa domanda di politica alta che probabilmente la figura di Mario Monti sta intercettando o sulla quale comunque il capo del Governo uscente intende legittimamente far leva e che interpella i partiti al di là dei contenuti del suo manifesto politico».
AVVENIRE – Su Avvenire, Tarquinio, parla a proposito dei governi berlusconiani di «un alto tasso di inazione (o di inconcludenza) al cospetto di tentativi delle coalizioni di centrosinistra di agire, ma in senso sbagliato (zapaterista)». Rispondendo nella sua tradizionale rubrica a una lettera del deputato Pdl, Antonio Palmieri, responsabile comunicazione del partito, Tarquinio parla di vere e proprie «omissioni» che non sono state «un problema per la Chiesa o per il solo “mondo cattolico”, ma per l’Italia intera. Faccio solo un esempio: le omissioni in tema di concrete ed eque politiche fiscali e di welfare a sostegno della famiglia costituita da una mamma, un papà, dei figli. Politiche annunciate a ogni prova elettorale e mai attuate». Sono queste, conclude Tarquinio, «le cose che “piccano” noi e tanti cittadini-elettori».
«MONTI DI RANGO INFERIORE»– Dopo le numerose apparizioni dei giorni scorsi, Berlusconi interviene ancora una volta in televisione. Su Uno Mattina, il programma di prima fascia, su Rai1. Bersaglio principale è, appunto, il premier Monti.«Ho lanciato la sfida a Bersani e sono felice di potermi confrontare con lui in televisione», spiega l’ex premier per poi aggiungere: «Non temo Monti perché da deus ex machina qual era stato proposto, se scende in politica diventa un protagonista qualunque. Lui dice sale, giustamente, perché aveva un rango inferiore di quello di presidente del Consiglio. Io ho detto sceso in campo, perché avevo un rango superiore». Quanto al segretario del Pd, invece, «lo rispetto, lo temo come espressione di un partito che conferma di essere rimasto ancorato al vecchio Pci. Gli italiani hanno in me il solo baluardo per evitare che questa sinistra salga al potere. Ho avuto speranza in Renzi ma ancora una volta il comunismo ortodosso ha vinto».
«ABOLIRE l’IMU» -Ma le attenzioni del Cavaliere sono tutte per Mario Monti. Secondo Berlusconi la «cura» del premier contro la crisi è stata «assolutamente sbagliata. E chi afferma che non si può abolire l’Imu non capisce nulla di economia e di contabilità dello Stato», sottolinea l’ex premier a Uno Mattina. È già pronto un disegno di legge, spiega, che compensa i minori introiti dell’imposta sulla casa «aumentando di poco alcol, tabacchi, scommesse e giochi». Trovare 4 miliardi «sarà un gioco da ragazzi». Finora, aggiunge «è stato come nel Medioevo, quando i malati si curavano con un salasso dopo l’altro finché non morivano». Il percorso verso la recessione si può invertire anche «dando fiducia agli italiani, perché quando hai paura consumi di meno. L’equazione del benessere è sempre la stessa: meno tasse sulle famiglie, sul lavoro, sulle imprese uguale più lavoro, più produzione, più consumi, più fondi nelle casse dello Stato per aiutare chi è rimasto indietro e ha più bisogno».
IL PDL E LA LEGA – Dal Pdl arrivano anche le dichiarazioni di Angelino Alfano, rivolte questa volta alla Lega: «O stiamo insieme in Lombardia e alle politiche, o restiamo separati in entrambi i luoghi di competizione elettorale» dice il segretario a Tgcom24 sulla possibilità di raggiungere una «intesa» nei prossimi giorni con il Carroccio. Mercoledì Berlusconi aveva aperto all’ipotesi di «un vicepremier leghista se il Carroccio ci darà un contributo elettorale…».
Giovedì pomeriggio, arriva la risposta di Maroni: «No, grazie, nessuno scambio, men che meno per poltrone romane. Chi è d’accordo con noi, con i nostri progetti bene, altrimenti amici come prima». Il segretario del Carroccio ostenta anche sicurezza sull’idea di correre da soli alle elezioni: «Quando siamo andati soli abbiamo sempre guadagnato voti. Siamo pronti a correre soli sia in Lombardia dove siamo pronti a vincere, sia a livello nazionale».