L’ESPERIMENTO DEL MIUR. Parte l’esperimento del ministero. Alle 13 13mila iscritti.
C’è gente che si è svegliata alle cinque di mattina. E come succede per strada, non ha incontrato problemi di traffico. Alle 10, però, i genitori incollati al pc erano in 40mila, il doppio della tolleranza massima prevista. I server del ministero sono saltati. Le iscrizioni online alla scuola sono partite con qualche problema, poi risolto. In molti su Twitter e Facebook si sono lamentati per le lunghe attese o per le schermate «status error». Ma il dato comunicato dagli uffici del Miur è inequivocabile: «Alle ore 13,05 risultavano già 13.002 le iscrizioni».
LA CORSA ALL’ISCRIZIONE – C’è tempo fino al 28 febbraio. Eppure molti genitori si sono precipitati sul sito www.iscrizioni.istruzione.it. A mezzanotte e mezza le iscrizioni erano già 1200. Per tutta la notte genitori evidentemente ansioni di concludere il prima possibile la pratica, hanno continuato a smanettare su internet. Quasi mille persone hanno iscritto i propri figli all’una di notte, 236 alle due,100 esatti alle 3, e ancora 87 alle 4, 86 alle 5, e poi a salire fino alle dodici, quando gli iscritti sono stati 4.300. Per fronteggiare un traffico inaspettato, il dipartimento informatica del Miur è corso ai ripari. I server sono stati raddoppiati.
FRETTA INUTILE – Dal ministero fanno sapere che la fretta è ingiustificata. Chi si iscrive prima non ha maggiori possibilità degli altri di ottenere un posto nella scuola prescelta. I criteri per un’eventuale selezione, previsti solo in caso di richieste in soprannumero rispetto alle disponibilità, sono altri. «I criteri nel recepimento della domanda – spiegano dal ministero – sono legati all’area geografica in cui la famiglia risiede, alla presenza di altri fratelli che frequentano la scuola».
LA PROVA – L’esperimento riguarda 1,7 milioni di studenti, destinati alle classi iniziali dei corsi di studio a eccezione della scuola per l’infanzia. La modalità di iscrizione digitale, per la verità, era già possibile l’anno scorso in maniera facoltativa, ma ora, con la spending review, è diventata obbligatoria per le scuole statali (ma non per le private). In Italia, secondo i dati Istat, il 47 % delle famiglie non dispone di computer o di connessione. Sono 300mila le famiglie che necessitano di assistenza, per le quali si sono mobilitati anche i Comuni. Il ministero dell’Istruzione ha previsto che le scuole offrano un servizio di tutoraggio per coloro che non dispongono del collegamento internet o che hanno poca dimestichezza con la tecnologia.