Nuovo ospedale. La direzione del Papa Giovanni: «L’animale è venuto da fuori». L’insetto sul collo del chirurgo durante l’intervento.

BERGAMO – Il chirurgo sta operando, all’improvviso sente sul collo qualcosa che si sta muovendo: è un insetto, una cimice, qualcosa che in sala operatoria non dovrebbe entrare. È successo ieri mattina al nuovo ospedale in una sala della day surgery – la zona del blocco operatorio in cui si effettuano gli interventi meno complessi – ed è stata la stessa equipe a segnalare alla direzione ospedaliera quanto era successo.
Scovato l’insetto, lo sguardo di tutti i presenti – paziente compreso, dato che si trattava di un intervento senza anestesia generale – si sono volti al soffitto, con il timore che la cimice potesse essere caduta dall’alto e che, soprattutto, altri insetti si annidassero nei controsoffitti o nelle condutture dell’aria condizionata. Nulla di tutto questo, secondo la direzione dell’ospedale, che ha precisato come l’intruso sia entrato in sala operatoria da un ambiente esterno, forse nascosto nei vestiti di qualcuno o nel materiale introdotto nei giorni scorsi. «L’azienda ospedaliera conferma che in mattinata in una sala di day surgery è stato individuato un insetto – si legge in una nota del Papa Giovanni -, con tutta probabilità proveniente dall’esterno. Potrebbe essersi introdotto attraverso l’imballaggio dei materiali consegnati quotidianamente, farmaci e dispositivi, oppure attraverso gli indumenti che gli operatori indossano sotto gli abiti sterili».
Nessuna popolazione nascosta di insetti, dunque: «I controsoffitti delle sale operatorie sono sigillati ed è quindi da escludere che l’insetto provenisse da lì», dice la direzione dell’ospedale. La nota della direzione ridimensiona l’episodio e l’attenzione generale che le vicende dei primi mesi dall’apertura ha scatenato: «Che un insetto si introduca dall’esterno è una circostanza sempre possibile: è successo anche ai Riuniti e può succedere in qualunque ospedale. La particolarità del Papa Giovanni XXIII è l’enfasi che viene data a episodi che in altre situazioni sarebbero ritenuti non rilevanti». Una linea già tenuta dall’ospedale nel caso dell’aspergillo, un fungo capace di provocare infezioni alle vie respiratorie, isolato su quattro pazienti di terapia intensiva, deceduti tra Natale e fine gennaio. In quel caso l’Azienda ospedaliera spiegò che, entro certi limiti, la presenza dell’aspergillo è la norma e che il fungo è potenzialmente pericoloso solo per pazienti immunodepressi. Nonostante questo, i filtri dell’impianto di aerazione della terapia intensiva in queste settimane sono stati sostituiti.