Il deputato uscente del Pdl si è appena costituito a Napoli. IL MALAFFARE DELLA SANITA’. Stop all’immunità. È accusato di associazione per delinquere, concussione corruzione e turbativa d’asta. L’ex Pdl, cui sono stati notificati gli arresti a casa, è andato dai Finanzieri di Napoli nella sede di Roma. Al sindaco di Afragola le notifiche nel pomeriggio.
NAPOLI – Nicola Cosentino si è costituito a Napoli, nel carcere di Secondigliano. A carico del deputato uscente del Pdl c’erano due ordinanze di custodia cautelare in carcere.
L’ormai ex parlamentare, accompagnato dai suoi legali Agostino De Caro e Stefano Montone, è in attesa che gli vengano notificate le due ordinanze di custodia cautelare emesse nei suoi confronti negli ultimi anni, l’una per concorso esterno in associazione camorristica, l’altra per corruzione e reimpiego illecito di capitali, aggravati dall’aver agito per agevolare il clan dei casalesi. A notificargli le due misure saranno rispettivamente i carabinieri di Caserta, delegati dal pm Alesdsandro Milita, e gli uomini della Dia, delegati dal pm Antonello Ardituro.
LE UDIENZE, L’INTERROGATORIO – Intanto il tribunale del Riesame ha fissato per il prossimo 21 marzo entrambe le udienze nelle quali si discuterà la richiesta di revoca delle misure cautelari presentate dagli avvocati fossero accolte, l’ex parlamentare potrebbe tornare in libertà tra meno di una settimana.
Nel pomeriggio sarà fissata, invece, la data dell’interrogatorio di garanzia al quale Cosentino dovrà essere sottoposto nell’ambito dell’inchiesta «Il Principe e la scheda ballerina», nella quale è accusato di corruzione e reimpiego illecito di capitali aggravati: si sarebbe speso per la realizzazione di un centro commerciale nel Casertano in cui secondo l’accusa il clan dei Casalesi voleva investire proventi illeciti. Cosentino dovrà rispondere alle domande del gip Egle Pilla, che emise l’ordinanza di custodia. Per il prossimo 27 marzo è fissata l’udienza di questo processo. Il 18 Cosentino potrebbe essere in aula per l’udienza del primo processo in corso a S. Maria Capua Vetere, nel quale è accusato di concorso esterno in associazione camorristica.
IL SINDACO DI NAPOLI – «Non mi unisco al coro di chi brinda quando qualcuno va in carcere. Penso che bisogna portare assoluto rispetto alle decisioni della magistratura e lo penso da ex magistrato e sindaco. Ritengo che la magistratura abbia agito in piena autonomia e, dunque, che Cosentino debba andare in carcere anche alla luce delle due ordinanze di custodia cautelare e dei provvedimenti confermati dai giudici». È quanto ha dichiarato Luigi de Magistris sul caso Cosentino. L’ex parlamentare Pdl è ritenuto essere dai magistrati che lo accusano «il referente politico del clan dei Casalesi». Daniela Santanché ha giudicato «stucchevole» la dichiarazione del sindaco di Napoli. Mentre l’ex deputato del Pdl, Amedeo Laboccetta, ha invitato de Magistris a «occuparsi della città».
ULTIMO JOGGING ALLA REGGIA – L’ultima giornata da uomo libero dell’ex deputato berlusconiano si è consumata tra le pareti di casa. Ieri mattina, alle 9, in tuta e giubbotto antipioggia, si è recato nel parco della Reggia di Caserta — a poche centinaia di metri dalla sua abitazione — per concedersi la solita ora di jogging. «Vado in carcere con la serenità di chi sa di essere innocente — ha commentato l’ex sottosegretario all’economia ed ex coordinatore campano del Pdl ai suoi più stretti collaboratori —. Del resto, solo alla morte non c’è rimedio, mentre la vita è fatta per lottare».
DOLORE E ANGOSCIA – Poi, in una nota diffusa nella serata di ieri ha ripreso: «Quando la Procura della Repubblica ordinerà l’esecuzione delle misure cautelari sarò, ancora una volta, responsabilmente pronto a rispettare la decisione e mettermi fisicamente a disposizione dell’Autorità. Rimane forte in me la fiducia nella magistratura, che alla fine di questo lungo percorso, e di questo calvario del quale non riesco a comprendere la necessità, sono certo riuscirà a riconoscere la mia estraneità ai gravi fatti che mi vengono addebitati. Una fiducia testimoniata da tutte le mie scelte processuali, volte ad una celere definizione dei dibattimenti, che riposa sulla consapevolezza d’aver sempre rifiutato patti o compromessi con le forze più oscure che hanno infettato la vita e la società nei nostri territori, finanche evitando ogni consapevole relazione con soggetti che hanno deciso di prendere la strada dell’illegalità nella sua forma più aggressiva e nefasta, quella della camorra. Il dolore e l’angoscia che comprensibilmente mi accompagnano in queste ore sono amplificati dal pensiero che non posso non rivolgere e mantenere costante a mia moglie ed ai miei figli, colpiti oltre ogni immaginazione dagli eventi. Chiedo a loro e al buon Dio la forza per superare questo baratro con dignità ed uscirne poi con restituita integrità. Chiedo, a tutti gli altri, un po’ di rispetto».
CATENA DI SOLIDARIETA’ – La catena di solidarietà a sostegno di Cosentino è iniziata ben prima della sua carcerazione. Nessuno, della sua parte, che provi anche ad interrogarsi sui possibili errori o sulla disinvoltura con cui l’impegno politico viene, talvolta, declinato in territori avvelenati dalla presenza camorristica? Il senatore Enzo D’Anna, leader della federazione dei laboratori di analisi, difende la sua amicizia quasi trentennale: «Conosco Nicola dall’85 e posso testimoniare che il suo impegno politico non è stato mai orientato all’arricchimento personale o a stringere rapporti con i criminali. Certo, apparteniamo a un territorio contaminato dalla criminalità. Ma alzi la mano chi non ha avuto mai modo di tirare un calcio al pallone, da ragazzo, con un conoscente che poi ha preso la strada della malavita, o chi si è trovato a entrare in un bar dove c’erano volti poco rassicuranti. Dalle nostre parti è così. Ma non significa che siamo tutti dei camorristi. Noi parlamentari del Pdl e amici di Cosentino — prosegue D’Anna — organizzeremo una sorta di catena di solidarietà. Non lo lasceremo solo in carcere. Ci sarà sempre qualcuno che gli farà visita. Ogni giorno». Lo conferma anche Carlo Sarro, altro parlamentare di fede cosentiniana: «Di certo non lasceremo solo Nicola in questa vicenda e soprattutto terremo alta l’attenzione dell’opinione pubblica su un caso giudiziario emblematico di un modo di amministrare la giustizia in questo paese. Parliamo di una vicenda che parte da un pregiudizio, quello che lui sia il referente politico dei Casalesi. Ma nessuno, finora, ha saputo dire cosa avrebbe ottenuto in cambio il clan dei Casalesi, accertato che questa organizzazione criminale non è paragonabile a un istituto filantropico».
BARI – Scaduto il mandato parlamentare, questa mattina i carabinieri hanno arrestato l’ex senatore Alberto Tedesco (gruppo Misto, ex Pd). Le accuse a suo carico sono associazione per delinquere, concussione, corruzione, falso e turbativa d’asta. Nei suoi confronti sono state eseguite due misure cautelari che non erano mai state applicate perché l’arresto era stato respinto per due volte dal Senato. L’ex senatore è stato rinviato a giudizio il 4 febbraio scorso insieme ad altre 18 persone, tra cui l’ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino. Il processo comincerà il 6 maggio prossimo. L’interrogatorio di garanzia dell’ex senatore si terrà entro dieci giorni dinanzi al gip di Bari Antonio Diella.
I PM BARESI – Nell’ambito dell’inchiesta sul malaffare della sanità pugliese, i magistrati baresi avevano chiesto per la prima volta al Senato l’autorizzazione a procedere all’arresto di Tedesco (all’epoca dei fatti assessore pugliese alla Salute) il 23 febbraio 2011, ma l’istanza fu rigettata da Palazzo Madama il 20 luglio 2011. In quell’ordinanza cautelare venivano contestati i reati di concussione, corruzione, turbativa d’asta e falso. Quando, l’8 agosto 2011, Tribunale del Riesame di Bari accolse l’appello dei pm riconoscendo carico del senatore anche il reato di associazione per delinquere (non contestato nella prima ordinanza) e la Cassazione confermò la misura cautelare, gli atti furono inviati nuovamente al Senato con una nuova richiesta di arresto. Nel febbraio 2012 arrivò il secondo «no» all’arresto del senatore. L’esecuzione delle due ordinanze è rimasta sospesa fino ad oggi, quando è scaduto il mandato parlamentare di Tedesco.
L’ACCUSA – Secondo la Procura di Bari, Tedesco, assieme ad altre 19 persone, avrebbe costituito un’associazione per delinquere al fine di «commettere un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione». Dal 2005 al 2009 – secondo l’accusa – avrebbe fatto parte di «una rete che era in grado di controllare forniture e gare di appalto che venivano illecitamente pilotate verso imprese facenti capo ad imprenditori collegati da interessi familiari e economici con i referenti politici e che erano in grado di controllare rilevanti pacchetti di voti elettorali da dirottare verso il Tedesco in occasione delle competizioni elettorali».
NAPOLI – Dopo Cosentino, anche l’ex senatore del Pdl Sergio De Gregorio si consegna alla Giustizia. Secondo fonti di stampa, De Gregorio si è recato poco dopo le 12.30 dagli uomini del Nucleo di polizia Tributaria di Napoli nella sede romana di via dell’Olmata.
LE ACCUSE – La Gdf, in giornata, aveva notificato all’ormai ex senatore, nella sua abitazione romana, un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari relativa all’inchiesta sui finanziamenti al quotidiano «L’Avanti», che lo vede accusato di associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato, riciclaggio ed estorsione.
L’ALTRA INCHIESTA – De Gregorio è invece accusato di corruzione in una seconda inchiesta, quella sulla presunta compravendita di senatori: per questo capo d’accusa la procura ha chiesto, per lui e per l’ex premier Berlusconi, il giudizio immediato, e si attende in proposito tra oggi e i primi giorni della prossima settimana la decisione del gip.
E L’ORDINE DEI GIORNALISTI LO SOSPENDE – L’Ordine dei Giornalisti della Campania, come previsto dalla legge, ha sospeso il giornalista Sergio De Gregorio – già sotto procedimento disciplinare – in seguito al provvedimento di arresti domiciliari notificato dopo la decadenza dalla carica di senatore.
NEL POMERIGGIO DOMICILIARI A NESPOLI – Vincenzo Nespoli, sindaco di Afragola (Napoli) e da stamane ex senatore del Pdl, è stato convocato per questo pomeriggio nella caserma della Gdf dove ha sede il comando regionale di polizia tributaria. Gli saranno notificate due misure cautelari: un obbligo di dimora con l’ accusa di bancarotta e una agli arresti domiciliari per riciclaggio.
Redazione online