Il bilancio della missione europea del premier. Barroso: «La stabilità politica sta tornando a regnare in Italia». Van Rompuy: «Sostegno all’Italia, ma conti in ordine».
Il governo è impegnato in una «corsa contro il tempo. Il vertice Ue di giugno si deve concentrare sulla lotta alla disoccupazione giovanile». Lo ha detto il premier Enrico Letta parlando al Cnel e facendo il punto sul suo viaggio di 36 ore per le capitali europee. La «disoccupazione giovanile» è la «priorità», è necessario «bloccare l’emorragia in corso» e questo sarà il messaggio dell’Italia anche al prossimo vertice europeo ha aggiunto Letta. «Di tempo ne abbiamo perso parecchio e gli altri non aspettano. Ci sono scelte complesse, dobbiamo farle con determinazione, anche perchè a livello internazionale ci sono appuntamenti cui dobbiamo arrivare in modo significativo», ha spiegato Letta.
BARROSO – In precedenza Letta aveva incontrato il capo dell’esecutivo Ue Josè Manuel Barroso nella sede della Commissione Europea, a Bruxelles, ultima tappa del tour europeo che l’aveva portato a Berlino martedì e a Parigi mercoledì. «Sono lieto che il premier Letta abbia scelto di venire a Bruxelles come prima inziativa», aveva detto Barroso, al termine dell’incontro con Letta, spiegando che il faccia a faccia è stato «molto positivo» e dicendosi «positivamente impressionato dal forte impegno europeo di Letta». «La stabilità politica sta tornando a regnare in Italia», con l’elezione del Quirinale e con un sostegno «ad ampio spettro» del nuovo esecutivo, ha detto il numero uno europeo, aggiungendo che «la stabilità è una precondizione vitale» per le riforme e per le misure «indispensabili per la crescita», che si possono attuare solo «con finanze pubbliche sane e in buone condizioni».
I PUNTI – «Ho detto a Barroso quanto siano forti le speranze di combattere la disoccupazione giovanile che è il vero incubo del nostro paese e dell’Europa» aveva detto Enrico Letta, al termine dell’incontro, nel quale ha presentato i punti qualificanti del programma del nuovo governo: la riforma costituzionale per cambiare la credibilità della politica italiana e l’emergenza sociale ed economica. «Ho parlato con il presidente Barroso di come speriamo che la lotta alla disoccupazione giovanile sia il punto cruciale del nostro programma. Ho confermato di mantenere gli impegni assunti dal governo precedente con la Commissione. Presenteremo nei prossimi giorni i modi su come rispettarli», ha detto Letta, che ha confermato l’impegno a mantenere i programmi stabiliti.
DEFICIT – «È stata una conversazione molto aperta e sono molto fiducioso che l’Italia sarà in grado di poter uscire dalla procedura di deficit eccessivo», aveva detto Barroso, che non era però entrato nei dettagli ma si era limitato a dire che «questo dipende dai termini concreti del piano italiano». «Le riforme strutturali necessitano di tempo» e «l’Italia è impegnata nelle riforme strutturali. Dopo l’incontro di oggi posso dire che l’Italia accelererà le riforme e questo è essenziale per l’Italia».
PROGRAMMI – Nei «prossimi giorni» il governo presenterà alla Commissione europea i dettagli sui programmi economici per il rispetto degli impegni del patto di stabilità. «Ho confermato a Barroso l’impegno a mantenere gli impegni assunti dal precedente governo con la Commissione Ue», ha ribadito Letta.
L’IMPEGNO DELL’ITALIA – Nella serie di incontri europei di Letta partiti subito dopo il voto di fiducia al suo governo, il neo Presidente del Consiglio si era impegnato a sondare i partner europei sull’ipotesi di un rinvio dei tempi del pareggio di bilancio dell’Italia, previsto per il 2013. Un cauto supporto era già arrivato nella notte da Herman Van Rompuy: il presidente del Consiglio europeo aveva spiegato che l’Ue sostiene lo sforzo di rilancio economico del nuovo governo italiano, pur ribadendo la necessità di tenere in ordine i conti. A Parigi mercoledì Letta aveva incassato anche il sostegno di Hollande nella richiesta di un maggiore impegno dell’Europa sui temi della crescita, dicendosi «soddisfatto al 100%» dell’esito dell’incontro. Meno positivo, invece, il risultato dell’incontro di due giorni fa a Berlino con la Merkel che, al di là dei toni cordiali, non ha dato segnali di apertura da parte della Germania verso un approccio meno rigoroso delle politiche di risanamento dei paesi ad alto debito della zona euro.
CONTI IN ORDINE – Van Rompuy aveva detto che «l’Unione Europea avrebbe continuato a sostenere l’Italia nel perseguimento del nostro comune impegno al superamento della crisi economica e nella promozione della crescita e del lavoro; nel fare un uso pieno dell’esistente flessibilità mantenendo al contempo la solidità delle finanze pubbliche».
RILANCIARE LA CRESCITA – «Il programma politico ed economico sono stati al centro della nostra costruttiva discussione – aveva detto il presidente del Consiglio Ue -. Il primo ministro mi ha informato dei principali elementi del suo Governo, in particolare le misure che intende introdurre per rilanciare la crescita economica, per rendere l’Italia più competitiva e per affrontare la difficile situazione sociale e dell’occupazione». Il presidente del Consiglio Ue aveva ringraziato Letta «per la sua profonda agenda pro Europa ed il suo fermo impegno a lavorare a fianco con le istituzioni europee e i membri del Consiglio per promuovere un progresso concreto e rapido per il completamento dell’Emu». Van Rompuy aveva espresso inoltre apprezzamento per la visita del premier italiano a Bruxelles subito dopo il voto di fiducia «chiaro segno dell’impegno a continuare a lavorare in stretta cooperazione con l’Unione Europea».
LA PRESSIONE FISCALE – «L’Italia ha una pressione fiscale assolutamente insostenibile, a tutto tondo», ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta, nella conferenza stampa a Palazzo Chigi tenuta con il segretario generale dell’Ocse Gurria. «In prospettiva la pressione deve scendere senza rilassamento fiscale».