LE ACCUSE CONTRO GOVERNO E PARTITI SUL BLOG. Il leader del M5S «Napolitano non ha l’autorità per definire la durata del governo». Crimi: «Italiani hanno altri problemi».
A finire nel mirino di Grillo sono, ancora una volta, il governo e il sistema partitico. Colpevoli di «aver preso in ostaggio la nazione» e di «non avere senso del pudore». Ma non solo. Nell’ultimo post pubblicato sul blog, il front man del M5S grida al complotto e si scaglia contro le riforme istituzionali. Il tutto mentre Napolitano incontra i rappresentati del governo, inclusi il premier Enrico Letta, il ministro per le Riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, e il ministro per i Rapporti con il Parlamento e coordinamento attività di Governo, Dario Franceschini. Scrive Grillo: «Il governo nasce dall’emergenza dei processi di Berlusconi, dell’inchiesta del Monte dei Paschi di Siena, della trattativa Stato-Mafia e sotto la pressione della finanza internazionale. Letta, capitan Findus, fa solo il palo e prende ordini. Il presidenzialismo è un’idea di Berlusconi, vuol farsi eleggere presidente-duce d’Italia con l’aiuto delle televisioni che il pdmenoelle gli ha graziosamente lasciato da vent’anni ignorando ogni conflitto di interessi».
IL SENSO DEL PUDORE – A muovere i fili sarebbe dunque il «futuro presidente duce d’Italia», Silvio Berlusconi. L’obiettivo? «Con il semipresidenzialismo, peraltro richiesto nel Piano di Licio Gelli della P2, Berlusconi fa un salto avanti nella sua ingiuriosa scalata al potere che gli darebbe impunità e immunità». Poi sul banco degli imputati ci finisce anche il Quirinale accusato di non avere i poteri à per definire la durata del governo: «Napolitano, che sabato ha percorso via del Fori Imperiali a bordo della Flaminia presidenziale scoperta, un’immagine surreale del futuro della Repubblica, ha detto che ‘il governo Letta è un’esperienza a terminè, durerà 18 mesi, quando lui sarà alla soglia dei 90 anni». Mi domando, con quale autorità il presidente della Repubblica definisce la durata di un Governo? E perchè 18 mesi?». Il j’accuse di Grillo continua poi ricordando come «Otto milioni di italiani sono a tutti gli effetti considerati extraparlamentari. Senza alcun diritto di rappresentanza. E’ umiliante, vergognoso, antidemocratico. L’Italia non è più una democrazia. Il porcellum, che i partiti a parole vogliono cambiare, è immutato dal 2006 e ogni giorno ci spiegano l’urgenza di una nuova legge elettorale. Pudore? Cos’è il pudore? Prendere per i fondelli i cittadini con una falsa legge per l’abolizione dei finanziamenti pubblici?». Parole durissime dunque. Che arrivano mentre è ancora alta la tensione all’interno del Movimento Cinque Stelle sia per le mancate nomine sia per le spaccature interne, esasperate anche dalle polemiche con il candidato alle Quirinarie Stefano Rodotà e dal risultato delle ultime consultazioni amministrative.
«IL PROBLEMA E’ IL LAVORO» – Contro le riforme istituzionali in giornata si è pronunciato anche il capogruppo al Senato Vito Crimi che su Facebook ha posto l’accento sulla disoccupazione: «Ogni mattina un italiano disoccupato, un esodato, un invalido al quale hanno tagliato i fondi, una mamma che porta i bambini in una scuola senza il riscaldamento, un precario, uno studente universitario e tanti altri italiani si svegliano con una cosa in comune, con un chiodo fisso in testa, con quel problema che gli rende difficile dormire la notte, quel pensiero che lo accompagnerà per tutta la giornata e fino alla fine del mese: bicameralismo perfetto o una sola camera? E poi… presidenzialismo o semipresidenzialismo?».