Il contenzioso è iniziato nell’aprile 2011 con le prime carte depositate da cupertino. Il colosso coreano passa al contrattacco sulle reciproche, e presunte, violazioni di brevetti con la Mela morsicata.
LOS ANGELES – Samsung passa al contrattacco nella battaglia legale contro Apple per reciproche violazioni di brevetti. I coreani hanno chiesto al giudice della corte di San José, in California, di coinvolgere nel processo anche gli ultimi prodotti della Mela, l’iPhone 5, l’iPad Mini e l’iPod Touch che vanno così ad aggiungersi a tutti i tablet, smartphone e lettori mp3 della Mela già usciti sul mercato. Sta al giudice ora decidere se ammettere i dispositivi nella nuova causa, che comunque non dovrebbe partire prima del prossimo anno o addirittura nel 2014.
LA CONDANNA – L’ennesima puntata di questo Beautiful legale partito il 15 aprile 2011 con Apple che accusava Samsung di violazione di brevetti, arriva dopo che i tribunali di mezzo mondo hanno tratto conclusioni diametralmente opposte. In casa, cioè in California, Apple ha vinto di misura: dopo tre giorni in camera di consiglio il 25 agosto 2012 il giudice della corte di San José ha condannato i coreani al risarcimento di 1,05 miliardi di dollari. Il contenzioso tuttavia non è chiuso e si attende il verdetto d’appello che dovrebbe arrivare intorno a dicembre. Cupertino aveva salutato la decisione come «messaggio forte e chiaro: rubare non è giusto», mentre Samsung aveva replicato definendo il rischio di un possibile bando dei suoi prodotti da suolo americano come una «perdita per i consumatori americani» che «riduce l’innovazione e la scelta».
COREA E GIAPPONE – Più cauti i giudici coreani che sempre in agosto avevano stabilito un sostanziale pareggio. Secondo i togati asiatici, Cupertino ha infranto due brevetti e dovrà pagare 40 milioni di dollari, mentre Samsung porta casa una violazione e 25 milioni di indennizzo. Pari e patta, insomma. Altro Paese, altra sentenza con il tribunale di Tokyo che nello stesso periodo aveva assolto Samsung decretando che le tecnologie utilizzate per gli smartphone Galaxy e i tablet del gruppo sudcoreano «non costituiscono una violazione» dei brevetti alla base di iPhone e iPad.
LO SHOW INGLESE – In Europa la battaglia più divertente si è svolta in Inghilterra, dove Samsung l’ha spuntata in appello ma non del tutto. Il 18 ottobre, la corte d’Appello di Londra ha confermato il giudizio secondo cui, nonostante alcune somiglianze, Samsung non ha copiato il design di Apple. Curiosa la motivazione del giudice che, ascoltati degli esperti, aveva decretato in aula che i prodotti Samsung non sono così attraenti, anzi «cool», come l’iPad, quindi non possono avere lo stesso design. Il colpo di scena però è arrivato pochi giorni dopo: Apple era stata condannata a pubblicare sul suo sito e sui principali giornali inglesi una lettera di scuse che è stata puntualmente trasformata in una pubblicità. Nel testo pubblicato infatti, Cupertino aveva riportato le parole del giudice inglese che definiva i prodotti Samsung «molto sottili, quasi inconsistenti, con dettagli inusuali sul retro. Questi prodotti non hanno la raffinatezza e l’estrema semplicità del design di Apple». Insomma, sono parole del giudice, «non sono così cool». E di scuse neanche l’ombra.